Cronaca
Arriva in Consiglio Regionale e in Parlamento la vicenda dei 130 bengalesi truffati da una cooperativa di Carmagnola
Nella scorsa primavera, con la promessa di un posto fisso a 1.200 euro al mese, 130 lavoratori originari del Bangladesh sono stati raggirati da un imprenditore italiano con l’aiuto di due loro connazionali. Il meccanismo era semplice e faceva leva sulla disperazione, ingenuità e poca organizzazione di chi, arrivato in Italia per cercare un futuro migliore. I bengalesi sono stati contattati da due loro connazionali che hanno detto loro che versando una quota di 2.000 euro ciascuno alla cooperativa Rubina avrebbero avuto un posto di lavoro. I 130 abbandonano i precedenti posti di lavoro per trasferirsi a Carmagnola dove 80 sono stati sistemati in un piccolo condominio in via Petrarca, gli altri sono stati trasportati in due casette, tra Osasio e Ceresole d’Alba.
La cooperativa Rubina avrebbe dovuto impiegare i lavoratori negli stabilimenti di Osasio e Ceresole d’Alba, ma dopo soli due mesi il lavoro è venuto a mancare: il primo stipendio è stato versato a fine luglio e a inizio agosto le due ditte hanno chiuso, con la motivazione di una ristrutturazione degli impianti e l’annuncio di una cassa integrazione per i lavoratori. Tornati in fabbrica a fine agosto, i lavoratori della cooperativa hanno appreso di non avere più il posto. I soldi versati da ciascuno di loro non erano più recuperabili né reperibili.
Oltre a non avere un lavoro e dunque una fonte di reddito i bengalesi rischiano anche di trovarsi a breve in mezzo ad una strada dato che la casa di via Petrarca è agibile per 18/20 persone. A fine settembre, un appello delle forze dell’ordine di Carmagnola ha messo in evidenza la situazione disperata delle persone coinvolte in questa vicenda, stipate in spazi insufficienti e ridotte alla fame. Ciò ha suscitato la solidarietà dei volontari, tuttavia oggi le forniture di viveri cominciano a scarseggiare e le bollette di luce e gas sono da pagare.
Il Gruppo consiliare di Sinistra Ecologia Libertà con Vendola in Regione Piemonte ha presentato un’interrogazione alla Giunta regionale, prima firmataria Monica Cerutti, per sapere se e con quali misure la Regione intenda intervenire con urgenza per sottrarre questi lavoratori alla condizione di grave disagio in cui si trovano. Anche il Gruppo parlamentare Sel ha presentato una analoga interrogazione alla Camera dei Deputati.
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