Scienza e Tecnologia
L’acqua che bevono gli astronauti sulla stazione spaziale arriva da Torino
L’acqua di Torino a 400 km sopra le nostre teste. È questa la quota a cui si trova la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), il faraonico progetto messo in piedi fin dal 1998 dalle agenzie spaziali americane (NASA), russa (RKA), europea (ESA), giapponese (JAXA) e canadese (CSA). E i numerosi astronauti che si sono succeduti e abitano la ISS (tra cui l’italiano Luca Parmitano, nella foto) bevono tutti i giorni l’acqua che arriva direttamente da Torino.
I russi preferiscono quella che sgorga dai pozzi di corso Marche e che viene poi raccolta dalla Centrale Regina Margherita, la NASA invece ha scelto le fonti del Pian della Mussa, imbottigliate nella centrale di Venaria. Superpotenze che hanno gusti diversi anche in fatto di gusto dato che gli americani preferiscono un’acqua più leggera rispetto a quella più mineralizzata scelta dalla RKA.
Bollicine a parte, Torino rifornisce di acqua gli astronauti sin dal 2008 e sulla ISS sono già stati trasportati circa 12mila litri di provenienza piemontese. Una tradizione che ci rende orgogliosi e che ha permesso alla Smat (Società Metropolitana Acque Torino) di aggiudicarsi un bando dell’Agenzia Europea del valore di 200 mila euro per studiare nuovi metodi di disinfezione e stoccaggio dell’acqua per voli spaziali di lunga durata.
Sembra proprio che anche quando arriveremo su Marte, l’acqua la porteremo noi “bogianen“.
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