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Fassino e Bazoli in gita sul mega yacht in Grecia: erano ospiti di Giorgio Fantoni ex dominus dell’Electa, di che hanno parlato ?

Redazione Quotidiano Piemontese

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electaDurante le vacanze estive aveva fatto scalpore la notizia dell’incontro su un  un mega yacht da 40 metri, l’Electa del sindaco di Torino Piero Fassino con  Giovanni Bazoli   presidente del Consiglio di sorveglianza della banca Intesa Sanpaolo. Molti si chiedevano di chi fosse il proprietario della mega imbarcazione. La risposta arriva dall’articolo di Alberto Crepaldi e Giorgio Meletti per Il Fatto Quotidiano. Lo yacht era di Giorgio Fantoni ex dominus proprio dell’Electa ora di proprietà di Mondadori. La domanda ora è: di che avranno parlato ? Dei debiti del comune di Torino ? della governance di Intesa San Paolo ovvero del futuro di Segio Chiamparino ? Dei problemi d Rcs ? O di che altro ancora ?

È proprio vero che chi trova un amico trova un tesoro. Fassino e Bazoli hanno trovato un tesorone. L’amico fortunato che regala fortunate vacanze all’ex segretario del Pci di Torino e al sobrio banchiere si chiama Giorgio Fantoni, ha 87 anni ben portati, e rivendica una giovanile partecipazione alla guerra partigiana, proprio come il padre di Fassino. Solo che dall’opposizione al nazismo ha fatto molta strada e ha finito per arruolarsi nella battaglia contro il fisco italiano. La Electa, che porta il nome della casa editrice di cui Fantoni fu proprietario, è di stanza allo Yacht Club di Monaco, e nel Principato Fantoni risulta residente. La barca è di proprietà della società Tigerbridge Limited, con sede all’isola di Man, paradiso fiscale situato tra la Gran Bretagna e l’Irlanda. Fantoni ne risulta proprietario al 99 per cento. Il restante 1 per cento è della Alcor, società che ha sede a Guernsey, una delle isole del canale della Manica. Fassino, che nella celebre telefonata con Gianni Consorte, dopo il mitico “abbiamo una banca?”, mostrava qualche lentezza nell’afferrare la complessa tela societaria che il boss di Unipol stava tessendo per conquistare la Bnl, avrà avuto tutto il tempo della navigazione per farsi spiegare dall’amico Fantoni la geografia delle sue residenze fiscali. Ma è probabile che abbiano più piacevolmente rievocato le origini della loro amicizia. Erano gli anni 80 e Fassino era stato incaricato da Enrico Berlinguer di collaborare ai tentativi di salvataggio della Einaudi, la prestigiosa casa editrice che stava in pessime acque. Guido Accornero, manager torinese che se ne occupava, ha raccontato che fu proprio Fassino a presentargli Fantoni, il quale comprò l’Einaudi attraverso la Electa, di cui era proprietario insieme a Massimo Vitta Zelman. L’operazione, chiusa nel 1987, si rivelò un colpaccio. Prima i due soci si associarono con la Mondadori di Carlo De Benedetti, formando la Elemond di cui tennero il 51 per cento. Poi, quando la Mondadori finì in mano a Silvio Berlusconi e tutta la sinistra italiana temeva di vedere il prestigioso marchio dello struzzo in mano al capo della destra, Fantoni fu abilissimo: esercitò l’opzione cosiddetta put che aveva contrattato con De Benedetti, e mollò il 51 per cento a Mondadori per 131 miliardi di lire, ma nello stesso tempo fece credere a tutti di essere stato vittima dell’espansionismo berlusconiano. Il numero uno di Mondadori, Franco Tatò, spiegò di essere stato costretto a svenarsi per un’operazione che mai avrebbe fatto, ma passò l’idea che fossero parole di circostanza, lacrime di coccodrillo. Fantoni e Vitta Zelman comprarono subito la Skira, prestigioso marchio dell’editoria d’arte, che subito ha iniziato una intensa attività di collaborazione con le banche, tra cui Intesa Sanpaolo, per la quale ha stampato numerosi volumi fotografici giubilari. Fantoni, che è persona di indubbio fascino personale e culturale, ha conquistato facilmente l’amicizia di un uomo colto come Bazoli, che nel 2008 l’ha designato come consigliere della Fondazione Cini di Venezia, dove il presidente (da molti anni Bazoli) ha il potere di nominare cinque membri del consiglio: insieme a Fantoni scelse un altro noto uomo di cultura, l’imprenditore tunisino Tarek Ben Ammar. Anche con Bazoli l’ormai anziano imprenditore veneziano può aver rievocato i bei tempi. Dieci anni fa la Skira è entrata in affari con la Rcs Mediagroup, di cui Bazoli è grande azionista attraverso Intesa Sanpaolo e dominus per designazione dell’avvocato Gianni Agnelli in punto di morte. Dopo anni di collaborazione la Rcs ha di fatto assorbito Skira, che dal 2006 è consolidata nel bilancio del gruppo.

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