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Economia

In 5 anni persi 539 mila posti e distrutto il 15% della capacità produttiva

Redazione Quotidiano Piemontese

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lavoroNel settore manifatturiero il numero di occupati è sceso di circa il 10%’’, e le imprese italiane saranno probabilmente costrette a tagliare ulteriori posti di lavoro nei prossimi mesi. Lo dice il Centro studi Confindustria che pubblica il rapporto sugli scenari industriali del Paese e che aggiunge che a caduta ha già raggiunto le 539mila persone nei 5 anni dal 2007-2012. Secondo Confindustria: “L’Italia rimane la settima potenza industriale ma la sua base produttiva è messa a rischio dalla profondità e dalla durata del calo della domanda. La crisi ha già causato la distruzione del 15% del potenziale manifatturiero italiano. In Germania, invece, il potenziale è salito (+2,2%), anche se con alta varianza settoriale. In condizioni analoghe a quelle italiane versano le industrie francesi e spagnole». Tra i settori, la quota di cessazioni maggiori si è avuta nel farmaceutico, nel tessile, nella pelletteria e nell’abbigliamento. Abbiamo perso il 15% capacità produttiva  questo significa che per tornare ai livelli pre-crisi non basta la ripresa della domanda ma bisogna ricreare un bel pezzo di capacita produttiva”.  

In quattro anni, dal 2009 al 2012, in Italia hanno cessato l’attività 54.474 imprese manifatturiere, il 19,3% del totale. Dal 2007, anno della prima delle due recessioni che si sono abbattute sul Paese, il numero totale delle imprese manifatturiere è diminuito di oltre 32mila unità. Le più colpite sono state le Pmi. A soffrire di più, come numero di imprese chiuse, è stato il settore dei `prodotti in metallo (esclusi i macchinari)´, che ha perso 9.009 aziende, seguito dal comparto dell’abbigliamento (-4.898), da quello dei macchinari e delle apparecchiature (-4.413) e da quello dell’industria alimentare (-4.030). La quota di maggiori cessazioni si è avuta invece nel farmaceutico (-27,7%), nel tessile (-26,7%), nella pelletteria (-25,3%) e nell’abbigliamento (-25%).

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