Seguici su

Asti

Dall’archivio storico di Asti nuovi dettagli sulle sue origini di papa Francesco

Redazione Quotidiano Piemontese

Pubblicato

il

Foto storica di una delle vie di Asti

Foto storica di una delle vie di Asti

Si scoprono nuovi aspetti della vita famigliare di papa Francesco. Fabrizio Brignolo, sindaco di Asti, città di origine dei Bergoglio, ha, infatti, spulciato nei documenti dell’archivio di Stato astigiano scoprendo altri dettagli, gettando luce ancora di più sulle radici della famiglia del pontefice. Si sa già che i parenti papali erano contadini, persone semplici amanti della terra, ma a questo si aggiungono sfumature che evidenziano il desiderio di miglioramento personale dei Bergoglio. Giovanni, il nonno del papa si trasferì in città dalla campagna per diventare commerciante e far studiare il figlio, il padre del papa, in modo che diventasse ragioniere, allora professione molto ambita. Giovanni, astigiano, classe 1884 abitava in località Valleversa, in aperta campagna, e cercando l’emancipazione sociale decise di traferirsi a Torino, dove conobbe e sposò Rosa Vassallo, un’altra “immigrata” nella grande città, e riginaria di Piana Crixia. Nel 1908 nacque Mario, il padre del papa. Nel 1918 tutti fecero ritorno ad Asti. All’epoca il bambino aveva 10 anni, ma questa volta non più in campagna, ma in centro dove lavorvaa come “caffettiere”, “portinaio” di una clinica chirurgica, quindi come titolare di un negozio di commestibili in corso Alessandria, una delle strade di ingresso. L’intraprendenza del nonno del pontefice, che dalle origini contadine si inserisce nella piccola borghesia cittadina, è confermata dalla decisione di far studiare il figlio Mario alla scuola tecnica di primo livello Brofferio, poi alla scuola, sempre ad indirizzo tecnico Leonardo da Vinci per il “corso superiore” per conseguire, nel 1926, l’abilitazione, ovvero l’equivalente dell’odierno diploma. All’epoca erano pochissimi i giovani che si diplomavano e una rarità che a farlo fossero figli di contadini. In questi anni il capofamiglia cambiò più volte lavoro e residenza passando da  via Fontana 10 a via Massimo d’Azeglio 6, via Antica Zecca 6, corso Alessandria 14, dove aveva sede la bottega di commestibili presso la quale prestava servizio. Nel 1929, il 21enne padre del pontefice, da tre anni ragioniere, si traferisce con la famiglia in Argentina per rispondere, ancora una volta, all’impulso di migliorarsi e cercare fortuna e forse anche (secondo quanto dichiarato in un’intervista giornalistica dalla sorella del papa) per il desiderio di allontanarsi dalle restrizioni imposte dal fascismo. La partenza avvenne il 1° febbraio 1929.

Queste vicende aggiungono maggior colore alla dimensione contadina – sostiene Brignolo – di cui si è parlato molto in queste settimane: c’è anche una dimensione urbana, una vocazione all’intraprendenza, una formazione maturata tra compagni di scuola media e superiore che appartengono alla piccola borghesia cittadina. Oggi noi astigiani, che vediamo al soglio di Pietro la sobrietà, il garbo, la serietà che traspare dai comportamenti di Papa Francesco  riconosciamo un po’ di quei caratteri propri del nostro modo di essere e abbiamo modo di ritenere che almeno in parte siano anche frutto della maturazione e dei valori assunti negli anni dell’adolescenza dal padre dell’attuale Pontefice. Sono gli anni delle scuole superiori, in cui maturano le amicizie che non si scorderanno più e in cui si consolida il carattere e la visione del mondo delle persone. Un motivo in più per noi per essere contenti dell’elezione di papa Francesco e per aver rovistato nella memoria della nostra Anagrafe, del nostro Archivio Storico e nell’Archivio di Stato della nostra Città, dai cui scaffali sono usciti lampi di vita che illuminano le radici di una famiglia e di un grande uomo”.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese