Cronaca
Il tecnico imputato di aver diffuso gli stipendi Fiat: ho confessato in panico perchè avevano trovato una piantina di marijuana
Michele Consiglio, ex consulente Fiat di 41 anni, che si occupò fino al marzo del 2011 della gestione delle buste paga del Lingotto, secondo il pm Vito Destito, avrebbe inviato cinque cd con i dati degli stipendi di tutti i dipendenti dell’azienda ad alcune ditte automobilistiche concorrenti. Secondo quanto ricostruito dal pm, ad aprile 2011 l’imputato avrebbe inviato buste anonime contenenti i cd con i dati relativi agli stipendi dei dipendenti Fiat del 2009 e del mese di marzo 2010 a General Motors, Volkswagen, Citroen e a due dipendenti di Termini Imerese. Tutti i destinatari, dopo aver ricevuto il plico, avevano contattato l’azienda o la polizia postale per segnalare il fatto e da lì era partita l’inchiesta.
Consiglio ha sempre negato di avere motivi di rancore verso Fiat e di aver divulgato i dati. In aula oggi ha anche negato, quando il pm gli ha mostrato le buste con gli indirizzi scritti a mano, che quella fosse la sua grafia. E’ accusato di introduzione abusiva nel sistema informatico, rivelazione di dati protetti dal segreto e violazione della legge sulla privacy.
Consiglio ha raccontato: “Ho ammesso di aver copiato sui cd gli stipendi dei dipendenti Fiat, ma non era vero: ero nel panico perché avevo in casa una piantina di marijuana. Nel luglio del 2011 ci fu la perquisizione della polizia postale nella mia abitazione. Gli agenti mi hanno buttato giù dal letto dichiarando di dover perquisire il mio pc. Io ho collaborato ma ho commesso una stupidaggine. Avevo una piantina di marijuana sul balcone e sono andato nel panico quando l’hanno trovata. Gli agenti mi hanno detto che la situazione era molto grave e che sarei finito in prigione. Terrorizzato di fronte alle domande incalzanti ho risposto loro che ero stato io a fare i cd, ma perché ero nel panico. Non capivo quello che dicevo, volevo solo che quel momento finisse. Non ho cancellato i dati sul mio personal pc terminato il mio lavoro perché la mia consulenza era durata dieci anni e avevo acquisito una serie di conoscenze per cui eventualmente potevo fornire risposte a eventuali quesiti posti da ex colleghi o da chi mi subentrava”.
La Fiat si è costituita parte civile contro Michele Consiglio.
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