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Cultura

Salgono sul tetto del teatro per salvarlo dalla chiusura: l’appello per le Officine Caos di Torino

Redazione Quotidiano Piemontese

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teatro-occupatoLe Officine CAOS di piazza Montale 18 a Torino sono a serio rischio di chiusura a causa dei ritardi nella liquidazione dei fondi pubblici assegnati e degli ultimi drastici tagli decisi dalla Regione Piemonte. Per mettere in evidenza i rischi per la cessazione della vita  del teatro tutto il mondo che gli orbita intorno venerdì 12 aprile ha deciso di salire sul suo tetto per attirare l’attenzione, attraverso un gesto simbolico, sulla drammatica situazione delle Officine CAOS e sulle difficoltà che tutta la cultura torinese sta vivendo. Scrivono nell’appello i suoi autori: “Se la chiusura di un teatro è sempre una perdita per tutta la città, la fine delle Officine CAOS sarebbe in aggiunta un danno gravissimo per tutto il vivace ambiente del teatro di innovazione piemontese, per il quale la sala delle Vallette è diventata, un punto di riferimento fondamentale.  Il teatro di piazza Montale è inoltre l’unica struttura culturale del quartiere Le Vallette e in questi anni, con grandi sforzi e pochi soldi, coinvolgendo gli abitanti in spettacoli e laboratori, è riuscito a realizzare in concreto quei principi di teatro-comunità che, in una zona periferica e purtroppo spesso dimenticata dalle istituzioni, valgono più di tante promesse”.

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L’appello per le Officine Caos

Il teatro Officine CAOS, una delle più moderne e attrezzate sale polifunzionali di Torino, sta per chiudere.

L’utopica ostinazione della compagnia Stalker Teatro, che gestisce la struttura dal 2004, ha consentito alle Officine CAOS di rimanere aperte fino ad oggi, nonostante le scarse risorse economiche, crescendo e accumulando un patrimonio di esperienze artistiche e umane che le hanno rese un punto di riferimento per tutto il teatro di innovazione torinese. Oltre al fatto che il teatro di piazza Montale è l’unica struttura culturale presente nel quartiere delle Vallette (una zona di Torino troppo spesso dimenticata dalla istituzioni) e la sua attività molte volte coinvolge direttamente, in laboratori e spettacoli, gli stessi cittadini e diversi gruppi sociali (anziani, bambini, studenti, utenti di servizi socio-sanitari, detenuti del carcere) realizzando in concreto i principi del teatro-comunità.
Ma ora i ritardi nella liquidazione dei fondi assegnati dagli enti pubblici e gli ultimi drastici tagli decisi dalla Regione Piemonte si sono abbattuti come una condanna a morte sulle attività di CAOS. La stagione 2013 è in corso, spettacoli, performance e laboratori sono programmati fino a luglio, ma aumentano le possibilità che le porte del teatro di piazza Montale non si riaprano dopo l’estate.

Se la chiusura di un teatro è sempre una perdita per tutta la città, la fine delle Officine CAOS sarebbe in aggiunta un danno gravissimo per tutto il vivace (e spesso penalizzato) ambiente della ricerca artistica e teatrale piemontese. Nella nostra regione sono sempre più rari, infatti, i contesti che offrono agli artisti degli spazi per la sperimentazione e la produzione: spazi intesi come luogo fisico per le prove e gli allestimenti, come palcoscenico per il confronto con il pubblico, come arena di dibattito fra colleghi, esperti e spettatori. Spazi intesi anche come “casa”, luogo accogliente e punto di riferimento a cui rivolgersi per avere un consiglio, un aiuto tecnico, per proporre un progetto, discutere un’idea, scambiarsi esperienze.

In questi dieci anni di attività, le Officine CAOS hanno cercato di essere tutto questo, costruendosi attorno un’ampia rete di artisti, gruppi e compagnie che ora contano su questa “casa” nel cuore del quartiere delle Vallette.

Sbarrarne le porte significherebbe infliggere un duro colpo a una ricerca artistica e teatrale sempre più provata dalle difficoltà economiche e logistiche e che ha un disperato bisogno di luoghi accoglienti per vivere e per crescere.  Non togliete anche questo, non negate spazio vitale alla cultura.

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