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Torino: 87 famiglie continuavano a riscuotere la pensione del parente estinto per 330 mila euro

Redazione Quotidiano Piemontese

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anziani pensionatiLa Guardia di Finanza di Torino ha scoperto 87 casi di emigrati deceduti dopo essere ritornati all’estero la cui pensione continuava ad essere riscossa dai parenti. Avevano lasciato da molti anni il Piemonte per trasferirsi definitivamente all’estero, in Europa, in Sud America, in Australia o negli Stati Uniti, portandosi in dote la pensione maturata in Italia dopo una vita di lavoro. Tuttavia, molti di loro continuavano ad incassare regolarmente il vitalizio, pur essendo parecchio in là con gli anni. Da qui i primi sospetti dei Finanzieri e l’avvio di una stretta collaborazione con i funzionari della locale Direzione Provinciale dell’INPS, per verificare la sussistenza di  eventuali ipotesi di truffa.

Le indagini hanno preso le mosse da un iniziale elenco di circa 400 nominativi, tutti soggetti in età avanzata. In alcuni casi sono intervenuti anche gli Uffici diplomatici nei Paesi esteri. Infatti, Ambasciate e Consolati sono deputati a ricevere le comunicazioni anagrafiche dei nostri connazionali per aggiornare le relative posizioni. Così sono arrivate le prime conferme con tanto di certificato di avvenuto decesso del soggetto pensionato.

Alla fine sono risultate 87 le persone anziane oramai scomparse da tempo il cui decesso, in alcuni casi anche a distanza di decenni, non era stato però segnalato all’INPS, consentendo ai parenti, per tempo delegati, di continuare a ritirare il vitalizio in luogo del “de cuius”.

Un ostacolo all’accertamento delle posizioni dei singoli pensionati è giunto, paradossalmente, dalla regolare operatività del conto corrente di accredito, assicurata dallo stesso delegato che ha continuato a riscuotere ed impiegare i ratei di pensione. Diversamente, infatti, non appena l’Ente previdenziale percepisce che vi sono delle anomalie  per la quale l’erogazione viene temporaneamente sospesa, in attesa dei successivi accertamenti sul conto del titolare.

Complessivamente, l’indagine, condotta dalle Fiamme Gialle e coordinata dalla dott.ssa Laura Longo, Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Torino, ha consentito di individuare un ammontare di circa 300.000 euro di erogazioni indebitamente percepite e di “sbloccare” 1.628.000 euro relativi a ratei pensionistici temporaneamente accantonati nella “cassa sede”, che così sono potuti rientrare nella piena disponibilità dell’Ente previdenziale. Infine, la revoca in modo definitivo degli 87 trattamenti pensionistici ha consentito un risparmio di spesa su base annuale per le casse dello Stato di oltre 330.000 euro.

Sul piano della responsabilità penale è stato appurato che i fatti scoperti, essendo stati commessi all’estero da soggetti lì residenti, non sono perseguibili in Italia.

 

 

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