Cronaca
Il Pm chiede due anni e sei mesi per Franzo Grande Stevens e due anni per Gabetti nel processo bis per l’equity swap Ifil
Due anni e 6 mesi di carcere per Franzo Grande Stevens e 2 anni per Gianluigi Gabetti: sono le pene, le stesse avanzate in primo grado, chieste dal pm Giancarlo Avenati Bassi al termine della requisitoria durata due ore che il magistrato ha pronunciato davanti ai giudici della Corte di appello di Torino, dove stamane è iniziato il nuovo processo Ifil-Exor, dopo che la Corte di Cassazione il 20 giugno 2012 aveva annullato l’assoluzione che era stata stabilita al processo di primo grado dal tribunale di Torino.
Gli imputati sono Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti e come persone giuridiche le società Ifil investements, oggi Exor e la Accomandita Giovanni Agnelli Sapaz. Gli imputati sono accusati di aggiotaggio informativo in occasione dell’equity swap che nel settembre del 2005 consentì alle finanziarie degli Agnelli di mantenere il controllo della Fiat. La Corte di Cassazione il 20 giugno del 2012 aveva annullato l’assoluzione pronunciata dal giudice Giuseppe Casalbore del tribunale di Torino il 21 dicembre 2010 perchè il fatto non sussiste. La Cassazion  aveva confermato l’assoluzione per Virgilio Marrone, ex direttore di Ifi.
Grande Stevens e Gabetti sono imputati, assieme alle società Ifil-Exor e all’accomandita Giovanni Agnelli sapaz, con l’accusa di aggiotaggio informativo in occasione dell’equity swap che nel settembre del 2005 consentì alle finanziarie degli Agnelli di mantenere il controllo della Fiat non scendendo sotto il 30 per cento delle azioni, impedendo quindi la diluizione che sarebbe stata causata allo scadere del convertendo con le banche.
all’inizio del duemila. Un prestito da tre miliardi di euro, che gli Agnelli potevano o restituire a settembre, oppure convertire in azioni, da consegnare sempre alle banche. Così facendo però le banche avrebbero acquisito più quote degli Agnelli che avrebbero perso il controllo di Fiat scendendo sotto il 30 percento di azioni detenute. Tra luglio e agosto quindi, Grande Stevens come avvocato suggerì agli Agnelli un metodo per mantenere il 30 percento delle azioni senza trasformare in azioni il debito: acquistare da Merril Lynch le azioni Fiat per l’equity swap.
Quando la Consob a fine agosto chiese a Ifi e Ifil, risposero con un comunicato che diceva che non c’erano manovre in atto sul titolo ma anche che le finanziarie volevano mantenere il controllo su Fiat. Secondo Consob gli imputati non furono trasparenti a sufficienza e fu ingannato il mercato. La Commissione di controllo sulla Borsa condannò in via amministrativa Grande Stevens, Gabetti e Marrone. Quest’ultimo però, all’epoca direttore di Ifi, è stato assolto sia in primo grado che dalla Cassazione.
Secondo la difesa di Gabetti, che aveva fatto ricorso in appello contro la decisione della Consob, se era stata la Corte d’appello a ridurre la sanzione da sei mesi a quattro, questo significherebbe che Gabetti aveva subito una pena e non una mera sanzione amministrativa. Quindi il processo non si dovrebbe rifare perché Gabetti è stato già giudicato e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo non permette che un uomo venga processato due volte per lo stesso fatto.
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