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Cronaca

Il legali della Thyssen chiedono in appello l’assoluzione dell’azienda perché non ha commesso il fatto

Redazione Quotidiano Piemontese

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Acciaieria ThyssenKruppL’avvocato Cesare Zaccone, legale della ThyssenKrupp, nel corso del processo d’ appello per il rogo del dicembre 2007 dello stabilimento torinese in cui persero la vita sette operai ha chiesto l’assoluzione della Thyssen perché non ha commesso il fatto e la revoca della confisca.  La multinazionale in primo grado era stata condannata al pagamento della sanzione di 1 milione di euro, all’esclusione da agevolazioni e sussidi pubblici per 6 mesi, al divieto di pubblicizzare i suoi prodotti per sei mesi, alla confisca di 800mila euro.  

In una requisitoria, durata  tre ore, Zaccone ha cercato di dimostrare che la ThyssenKrupp “non ebbe  responsabilità amministrativa nell’incendio del 2007. La Thyssen si era dotata di un modello di organizzazione e gestione molto ben fatto che comprendeva il modello per includere anche i reati colposi, ma questo non era ancora in vigore perché attendeva l’imprimatur del consiglio di amministrazione , che avrebbe dovuto aver luogo il 19 dicembre 2007” – 13 giorni dopo la strage in cui persero la vita 7 operai della linea 5.

Secondo Zaccone: “L’organismo di vigilanza era funzionante e composto da un membro legale e uno amministrativo, cosa che si evince anche dai verbali prodotti. Le sanzioni inflitte all’azienda sono state troppo gravose, perché’ commisurate alla gravità dei fatti, senza tenere conto dello sforzo di adeguamento organizzativo della Thyssen”.

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