Lavoro
Tiny Bull Studios è la startup dell’anno di Treatabit
E’ stata una software house specializzata nella creazione di videogiochi a vincere la competizione organizzata da Treatabit, il programma di supporto per i progetti digitali dell’Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino (I3P). Sul podio, allestito martedì sera al Jazz Club, anche Regalister e Gnammo, alcuni dei 20 team che, da novembre 2011, hanno lanciato il loro prodotto o servizio online.
La serata ha permesso di far presentare direttamente dai protagonisti di questa nuova frontiera del “business a colpi di click” le loro idee, i loro sogni, gli obiettivi finora raggiunti. Non è stata una convention digitale classica, con tanto di filmati o di presentazione in power point del prodotto, ma un momento di confronto dialettico, in cui i relatori avevano alle spalle solo il marchio della loro azienda e di fronte una folta platea di colleghi, amici e potenziali rivali. Di conseguenza più che la validità dell’idea e del progetto si è finito con il valutare la brillantezza dell’oratore di turno, che aveva a disposizione pochi minuti per convincere il pubblico a votarlo, prima che una musichetta, rigorosamente jazz, decretasse la fine del tempo a disposizione.
Ecco allora che sul palco sono transitati progetti che spaziano dai social market place, che risolvono problemi pratici (auto in panne), ai videogiochi come applicazioni per social network, passando per gli “organizzatori automatici” di serate improvvisate fino ad arrivare alla ricostruzione in 3d di uno stadio durante una partita di calcio.
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“Geolocalizzato”, “sharing”, “download”, “socializzazione”, “crescita” sono state le parole più ricorrenti in un contesto giovane, dinamico e ironico, in cui il primo premio è stato un pulisci schermo e un mega stick notes per appuntare le nuove idee e mantenere l’ufficio in ordine e pulito. A ritirare il premio, Rocco Luigi Tartaglia, che insieme alla fidanzata, Arianna Ciardi e a Matteo Lana, si occupa di sviluppare videogiochi sul modello del vecchio “Forza 4”da tavola.
“Ci rivolgiamo a società di videogames da un lato e dall’altro vogliamo lanciare sul mercato nostri videogiochi – affermano -. Questa duplicità ci dovrebbe consentire di ridurre della metà i tempi di guadagno effettivo di una start-up tradizionale di solito previsti in tre anni per arrivare ai primi guadagni effettivi”.
Il tutto in un ambiente in cui restano minoritarie le figure femminili, pur essendo cresciute negli ultimi anni, soprattutto in seguito all’apertura del corso di ingegneria gestionale.
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