Cronaca
Per il super pentito Rocco Varacalli: la ‘ndrangheta è dappertutto e a Torino per le Olimpiadi del 2006 si sono fatti buoni affari
Al maxi processo Minotauro, cominciato il 18 ottobre che vede imputate 73 persone e come parte civile nel processo la Regione Piemonte, la Provincia di Torino e i Comuni di Torino, Volpiano, Chivasso e Moncalieri, è stato il giorno della testimonianza del collaboratore di giustizia Rocco Varacalli, uno dei testimoni chiave dall’accusa. Varacalli ha esordito raccontando di come sia entrato in contatto con il mondo della criminalità, spiegando di aver cominciato a trafficare in droga a 17 anni, quando da due anni si era trasferito dalla Calabria a Torino e di essere entrato nella ‘ndrangheta nel 1994, ventiquattrenne.
Poi ha raccontato anche vicende scottanti: “Si è guadagnato di più a Torino per le Olimpiadi del 2006 che in una strada di Calabria. Come è in Calabria così è a Torino non cambia nulla. La ‘ndrangheta è un gruppo criminale, è fatta come un polipo, con la testa e i tentacoli. Nasce a San Luca perchè c’è il santuario di Polsi, ma se il Santuario si trovava a Milano noi andavamo a Milano. Oggi può essere più forte la testa che è in Calabria e domani invece i tentacoli”.
Varacalli in aula: la ‘ndrangheta è dappertutto
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