Economia
Andrea Comba verso le dimissioni dalla presidenza della Fondazione Crt
Andrea Comba, da 19 anni alla guida della Fondazione Crt, tra i principali azionisti di Unicredit, non ha rassegnato le dimissioni come anticipato dalle pagine torinesi di Repubblica. Lo assicura al Mondo una fonte della Fondazione, che però aggiunge che non si può escludere che questo possa accadere nelle prossime settimane. C’è chi dice addirittura lunedì quando è stato fissato un consiglio della fondazione. Per la successione di Comba Repubblica propone il nome di Antonio Maria Marocco, notaio, oggi consigliere di Unicredit e dello Ior, la banca del Vaticano. Ecco le possibili strategie del futuro della fondazione Crt secondo Repubblica.
Ma non è finita: nei prossimi giorni pare scontato che si dimetteranno anche i due vicepresidenti Giovanni Quaglia, appunto e Giovanni Ferrero . E il primo ha già pronte le valigie: destinazione piazza Cordusio a Milano, dove andrà a sostituire nel consiglio di amministrazione della banca guidata da Federico Ghizzoni proprio il notaio Marocco. E potrebbe solo essere il primo step per l’ex democristiano della «Granda» nel board della banca nata dalla fusione tra le altre di Crt e Credito Italiano. Al posto di Quaglia e Ferrero dovrebbe essere nominato un unico vicepresidente, l’avvocato Fulvio Gianaria, attuale presidente della Fondazione per l’arte contemporanea  di via XX Settembre. Così toccherà al tandem Marocco Gianaria gestire il rinnovo del consiglio della fondazione: 24 poltrone un terzo delle quali saranno scelte dal consiglio uscente. Le altre sedici usciranno dalle terne che presenteranno i vari soci della fondazione (il numero più alto spetta al Comune di Torino con 9 candidature, poi ci sono le province di Asti, Cuneo, Novara, Vercelli, la Regione Piemonte e la Valle d’Aosta, la Camera di commercio di Torino, Unioncamere e la Conferenza episcopale e il comitato regionale universitario).
Toccherà proprio al presidente, e dunque al notaio Marocco, dipanare la matassa, indirizzare i consiglieri tra le terne di candidati. E proprio questo ruolo assegnato dallo statuto al numero uno di via XX Settembre fa storcere un po’ il naso ad Antonio Saitta, presidente della Provincia: «Non ho nulla ovviamente contro il notaio Marocco. Non è una questione personale. Semmai è la forma che mi lascia perplesso. Capisco se Comba si fosse dimesso un anno fa, ma che senso ha rinnovare i vertici della fondazione quando a primavera scadono tutti gli organi? Non aveva più senso considerato che mancano ormai pochi mesi aspettare la scadenza naturale?».
Un cambio in corsa che finirà per disorientare chi deve indicare le terne. Le lettere, partite a fine ottobre, ormai sono arrivate tutte a destinazione. Le risposte troveranno in via XX Settembre un nuovo timoniere.
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