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Piero Fassino tenta di salvare i conti del Comune di Torino con il piano B: la legge ad Augustam Taurinorum

Redazione Quotidiano Piemontese

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La strategia messa in atto dal Comune di Torino per salvare i suoi conti è oramai ragionevolmente irrealizzabile per molti osservatori. Occorre trovare centinaia di milioni dalla dismissione delle quote del Comune nelle partecipate, modificare statuti, gestire trattative, chiudere cessioni, riscuotere gli euro. Si tratterebbe comunque di una scelta della disperazione che sarebbe un passaggio molto rischioso anche in vista del futuro: venduti i gioielli di famiglia, il prossimo anno che cosa si potrebbe vendere in una situazione in cui realisticamente non possono aumentare le entrate del Comune e neppure diminuire attraverso miracoli i quattro milioni e mezzo e spiccioli di euro  del debito del Comune di Torino, mentre le proteste dei cittadini per i tagli diventano sempre più evidenti.

Allora secondo Lo Spiffero Piero Fassino starebbe pensando un piano B: ottenere al Governo Monti una legge ad comunem, meglio una legge ad Augustam Taurinorum che permetta di avere una deroga ai tempi previsti nel patto di stabilità per poter ottenere i milioni di euro che gli servono per salvarsi.

il tempo per chiudere l’operazione non c’è: quand’anche Piero Fassino riuscisse nel miracolo di piazzare tutte e quattro le sue aziende sul mercato dovrebbe ottenere entro il 31 dicembre il bonifico sul conto corrente, con l’intero ammontare della somma pattuita. Ormai non ci scommette più nessuno. Per questo, tramontata ancora sul nascere la possibilità di un prestito ponte di una banca o di una Fondazione, il primo cittadino starebbe autonomamente giocando una doppia partita: da un lato procedere a tappe forzate nelle dismissioni delle partecipate e degli immobili pubblici, dall’altro avrebbe intavolato una trattativa con il Governo, attraverso i ministri piemontesi, per ottenere una deroga. Non chiede soldi, bensì tempo: qualche mese per riuscire a vendere e a incassare il dovuto. I colloqui con il ministro Francesco Profumo, quello che si è mostrato piùsensibile alle istanze dell’ex segretario Ds, si sono intensificati negli ultimi tempi: insieme stanno cercando di ottenere questo speciale salvacondotto, attraverso una traslazione della deadline da dicembre fino magari a giugno. E in questo senso potrebbero essere interpretate anche le recenti prese di posizione di Fassino sui tagli varati dall’esecutivo di Mario Monti agli enti locali, con tanto di ricorso al Tar. Per la serie: prima ti do un ceffone, poi iniziamo a discutere.

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