Piemonte
Roberto Cota, il Piemonte non è fallito con il nostro programma lo risaneremo
“La Regione Piemonte non è fallita. Se andiamo avanti con il nostro programma la risaneremo”. Il presidente Roberto Cota lo ha precisato durante una conferenza stampa a Torino. Il governatore ha fatto poi un preciso riferimento alla situazione di bilancio del settore sanitario e della riforma avviata per fronteggiarlo. “Non si chiude e non si scappa”, ha aggiunto Cota che ha chiesto “alla maggioranza coesione, alle opposizioni senso di responsabilità. Attueremo in modo inflessibile la riforma sanitaria”, ha spiegato il presidente del Piemonte.
Per Cota il baratro è un rischio solo se, “non andremo avanti con decisione sulle riforme avviate a cominciare da quella sanitaria che prevede un accorpamento di tutta una serie di strutture”. Poi il governatore ha risposto a chi sollevava dubbi sul pagamento degli stipendi dei dipendenti regionali: “Se continuiamo con il processo di riforma non solo non saranno a rischio gli stipendi, ma lasceremo una Regione più sana”.
Quindi è intervenuto anche l’assessore alla Sanità, Paolo Monferino, gettando acqua sul fuoco: “In Piemonte i conti della sanità non sono fuori controllo. Dalla recente relazione della Corte dei conti si evince che le voci di spesa sanitaria sono sempre state in crescita fino al 2010 e oggi sono in riduzione”. Ieri lo stesso Monferino aveva scatenato un polverone sull’Ente guidato da Cota dicendo: “Da tecnico assessore e non da assessore tecnico, dico che la Regione Piemonte è tecnicamente fallita e che bisognerebbe rendersene conto e trarne tutti le conseguenze”. Le parole dell’assessore erano arrivate a pochi giorni dalle “serie riserve” espresse sulla salute della sanità piemontese, sia dalla Corte dei Conti regionale, sia da Antonio Palagiano, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari regionali. Palagiano aveva detto che il Piemonte sembra essere la regione del Nord Italia “con maggiori debiti nel comparto sanitario”.
Il Piemonte presenta un “buco” di bilancio calcolato intorno ai 10 miliardi di euro. Durante la presidenza leghista i costi della macchina regionale hanno conosciuto una lieve flessione, portando il “rosso” da 10,776 miliardi a 10,672. Dei 10 miliardi e più, 4 sono i debiti della Aziende sanitarie locali (Asr), mentre i restanti 6 rappresentano l’esposizione finanziaria della Regione. La ricetta presentata dal governatore prevede una riduzione dell’esposizione debitoria regionale, che dovrebbe passare dagli attuali 10 miliardi a 5, entro il 2015. Per Cota è prioritario che il governo sblocchi i 400 milioni di euro già stanziati per il Piemonte, ma il vero risparmio sarà fatto a livello locale. Si intende ridurre il costo gestionale dell’Ente, si vuole creare un fondo immobiliare che gestisca la vendita di immobili pubblici, si pensa di cedere alcune partecipate ritenute non strategiche e si vogliono attivare strumenti che evitino di accumulare debiti nei confronti dei fornitori della sanità. Infine si è deciso di razionalizzare l’intero sistema sanitario, a partire dal progetto di revisione della rete ospedaliera (56 strutture pubbliche e una ventina di private).
Su quest’ultimo punto Monferino ha commentato: “Il Piemonte è caratterizzato da una spaventosa capillarità di strutture che fanno due o tre interventi l’anno”. La soluzione che prospetta l’assessore è quindi di ridurre il numero di strutture, aggiungendo che se “questo vorrà dire chiudere l’emodinamica a Moncalieri, beh lo faremo”.
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