Economia
Duello verbale fra Marchionne e Renzi su Fiat, Firenze e la maturità politica del sindaco fiorentino
Giornata intensa di duello verbale tra Matteo Renzi e Sergio Marchionne con giudizi su Firenze e successive precisazioni di Marchionne. Durante il videoforum di Repubblica Tv Matteo Renzi ha dichiarato : “Qualsiasi risultato abbia ottenuto e otterrà Marchionne, avrà questa macchia di aver preso in giro lavoratori e politici dicendo una cosa che non avrebbe fatto”. Non ho mai immaginato Marchionne come modello di sviluppo per l’economia, andava ai congressi Ds dove c’erano D’Alema e Bersani, e Bertinotti ne parlava come il borghese buono”. Marchionne ha risposto da Bruxelles: “Matteo Renzi è la brutta copia di Obama ma pensa di essere Obama. Renzi? E’ il sindaco di una piccola, povera città se paragonata alla complessità di un Paese come gli Usa”.
Lo scivolone verbale di Marchionne ha suscitato subito reazioni da molti fronti.
Pier Luigi Bersani: “A Marchionne dico: basta dichiarazioni che sviliscono l’Italia. Firenze è una delle città più belle del mondo ed è nel cuore di tutti gli italiani. È ora di misurare le parole”. Per Vendola: “Le parole insensate di Marchionne contro una città che incarna a livello universale i valori di civiltà, di bellezza, di cultura sono rivelatrici di quello stile padronale volgare che i lavoratori hanno potuto purtroppo sperimentare sulla loro pelle nel corso di questi anni nella vita quotidiana negli stabilimenti del gruppo Fiat”. Anche l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori è entrato nella disputa: “Come arcivescovo non intendo entrare in schermaglie fra personaggi pubblici, ma la città di Firenze mi sta a cuore e da questo punto di vista dico che mi meraviglio che ci sia ancora qualcuno che pensa che le uniche ricchezze debbano essere quelle materiali. C’è anche una ricchezza culturale e spirituale che fa Firenze grande. E tutto il mondo è debitore di questa ricchezza”. Il vicesindaco di Firenze, Dario Nardella ha sostenuto”Io vorrei dire molto umilmente al signor Marchionne che Firenze sarà anche la piccola povera città di un piccolo povero paese, dove però lui non ha la residenza. Ha scelto infatti di averla in Svizzera, un bel paese ricco, dove le tasse sono anche più basse. Sarebbe poi il caso che, invece di perdere tempo ad insultare i politici e soprattutto una città come Firenze in modo così volgare e sciatto, si dedicasse un po’ di più alla sua azienda”.
In serata è anche arrivata la risposta su Facebook di Matteo Renzi: ” Vorrei dire all’ingegner Marchionne che è liberissimo di pensare che io non sia un politico capace. Ma prima di parlare di Firenze, città che ha dato al mondo genio e passione, faccia la cortesia di sciacquarsi la bocca, come diciamo in riva d’Arno. Attacchi pure me, ma che senso ha offendere una città che si chiama Firenze e i suoi abitanti? ”
Sempre in serata sono arrivate le precisazioni di Sergio Marchionne in una nota di Fiat: ” Un giornalista free-lance, fingendo di essere un invitato all’evento, è entrato all’interno della sala mentre stavo parlando con alcuni studenti. I miei commenti su Firenze sono stati, a mia conoscenza, estratti fuori dal contesto. La città di Firenze e la sua economia erano prese da me come riferimento per paragonarle alla complessità, al peso e alla dimensione di un Paese come gli Stati Uniti. Ho usato queste considerazioni per confrontare le responsabilità e le capacità del Presidente Obama con quelle di Matteo Renzi. La differenza mi sembra evidente. I miei presunti commenti non devono essere interpretati come un mio giudizio sul valore di Firenze, che è una città per arte, cultura e scienze apprezzata e rispettata a livello mondiale, una valutazione che condivido pienamente. Le mie valutazioni su Matteo Renzi restano invariate e sono personali e non attribuibili alla Fiat. Penso infatti che per la sua età e per l’esperienza limitata sia, almeno per il momento, non adeguato ad assumere una posizione di leader in un contesto economico e sociale complesso come è oggi quello italiano. A mio parere, una maggiore esperienza, che può solo accumularsi nel tempo, lo renderà più maturo e di conseguenza gli eviterà di esprimere opinioni senza logica contro la Fiat e la sua posizione industriale nel Paese, soprattutto in questo periodo di grave crisi economica a livello europeo. Tutto questo senza valutare minimamente l’impatto negativo, permanente e che comporterebbe gravissimi rischi, rispetto alle scelte industriali che abbiamo fatto”.
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