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Economia

Per Fiat Fabbrica Italia è morta e il Lingotto chiarisce che farà scelte industriali in piena autonomia

Redazione Quotidiano Piemontese

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Con una nota Fiat ha informato che Fabbrica Italia non si farà più, in quanto dal 2010 la situazione economica è cambiata.  Il nuovo piano industriale verrà reso disponibile a fine ottobre, e secondo Fiat Fabbrica Italia è ormai superato perché da quando nel 2010 fu annunciato le cose sono cambiate.  Il comunicato di Fiat

Nei giorni scorsi, da parte di alcuni esponenti del mondo politico e sindacale, sono  state fatte alcune dichiarazioni preoccupate per il futuro di Fabbrica Italia.  Fiat ricorda che con un comunicato emesso il 27 ottobre 2011 aveva annunciato che  non avrebbe più utilizzato la dizione Fabbrica Italia perché molti l’avevano interpretata  come un impegno assoluto dell’azienda mentre invece si trattava di una iniziativa del  tutto autonoma che non prevedeva tra l’altro alcun incentivo pubblico.  Da quando Fabbrica Italia è stata annunciata nell’aprile 2010 le cose sono  profondamente cambiate. Il mercato dell’auto in Europa è entrato in una grave crisi e  quello italiano è crollato ai livelli degli anni settanta. E’ quindi impossibile fare  riferimento ad un progetto nato due anni e mezzo fa. E’ necessario infatti che il piano  prodotti e i relativi investimenti siano oggetto di costante revisione per adeguarli  all’andamento dei mercati. In occasione dell’incontro con le Organizzazioni Sindacali che si è tenuto a Torino il  1° agosto scorso Fiat ha ribadito: “La delicatezza di questo periodo, di cui è impossibile  prevedere l’evoluzione, impone a tutti la massima cautela nella programmazione degli  investimenti. Informazioni sul piano prodotti/stabilimenti saranno comunicate in  occasione della presentazione dei risultati del terzo trimestre 2012”.  Vale la pena di sottolineare che la Fiat con la Chrysler è oggi una multinazionale e  quindi, come ogni azienda in ogni parte del mondo, ha il diritto e il dovere di compiere  scelte industriali in modo razionale e in piena autonomia, pensando in primo luogo a  crescere e a diventare più competitiva. La Fiat ha scelto di gestire questa libertà in  modo responsabile e continuerà a farlo per non compromettere il proprio futuro, senza  dimenticare l’importanza dell’Italia e dell’Europa.

Non si sono fatte attendere le reazioni di politici e sindacati, mentre non c’è stata reazione da parte di Fassino e Cota

Polemici con la Fiat Sel e Idv. “E’ davvero triste – afferma Nichi Vendola – vedere riconosciuta la fondatezza degli allarmi inascoltati degli ultimi anni sull’inaffidabilità del vertice della Fiat nell’assumere gli impegni per le realtà produttive nel Paese. La Fiat ha utilizzato propagandisticamente il mito di Fabbrica Italia”. Per Antonio DI Pietro, “Marchionne ormai di italiano ha solo il nome, non certo gli interessi”.
“Se dalla nota della Fiat – dice Landini – emerge che il famoso piano Fabbrica Italia rischia di non esserci più siamo di fronte ad un problema molto serio. Purtroppo si conferma che la Fiat sta perdendo quote perché non ha fatto investimenti e non ha nuovi prodotti”. Per il responsabile Auto della Fiom, Giorgio Airaudo, “la Fiat le mani libere in Italia, non vuole vincoli. Si straccia l’ultimo velo di ipocrisia di un piano Fabbrica Italia che non è mai decollato lasciando i lavoratori nella cassa integrazione e nell’incertezza”.
“Rispetto alle difficoltà attuali del settore auto che sono di natura congiunturale – avverte il leader della Uilm, Rocco Palombella – non bisogna praticare scelte strutturali che pregiudichino il progetto della produzione automobilistica italiana”. Per il segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio D’Anolfo “quello che non sono le definizioni, ma il superamento della congiuntura critica del settore auto, e il mantenimento dei posti di lavoro in Italia”.

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