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Cultura

Il sogno del Torino Film Festival: Gabriele Salvatores

Redazione Quotidiano Piemontese

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Dopo le difficoltà e le incertezze dell’ultimo periodo il Torino Film Festival ha un sogno raccontato da Repubblica:  Gabriele Salvatores.

Il Torino Film Festival ha un sogno. E il sogno è un Premio Oscar, Gabriele Salvatores, uno dei più innovativi e curiosi registi italiani,  capace di grandi film di denuncia sociale come di altri assolutamente sperimentali e visionari. E’ lui, sessantadue anni, autore de “L’educazione siberiana”, dal romanzo di Nicolai Lilin, che molti speravano di vedere alla Mostra veneziana di Barbera, l’uomo che i responsabili della cultura torinese vorrebbero portare alla guida della rassegna a partire dall’edizione del 2013, quando Gianni Amelio, dopo quattro anni al vertice, dovrebbe lasciare.

Ed è lui – il cui nome era già nella rosa del dopo Moretti, quando l’incarico venne invece affidato al regista di “Così ridevano” – lo stratega al quale si vuole affidare la riscossa, e per molti versi la rifondazione del Festival, dopo che gli sgarbi di Roma sulle date (che contrariamente a ogni fairplay avevano anticipato la rassegna nella capitale impoverendo così quella torinese) e le perplessità sul doppio incarico di Alberto Barbera (che guida il Museo del Cinema nel contesto del quale si colloca il Tff ma è anche direttore del festival di Venezia) avevano fatto temere l’indebolimento se non il declino della manifestazione. Incontri e contatti tra chi deve decidere e il regista sono in corso già dalla tarda primavera.

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