Economia
Il Comune di Torino mette in vendita il 28% della Sagat
Il Consiglio comunale di Torino ha deliberato ufficialmente la cessione del 28% delle quote azionarie della Sagat , la società che gestisce l’area aeroportuale dello scalo internazionale Sandro Pertini di Caselle. Anche la Provincia di Torino sta avviando le procedure per vendere le proprie partecipazioni azionarie di Sagat pari al 5% del totale delle quote.
Anche la Provincia di Torino sta avviando le procedure per vendere le proprie quote azionarie di Sagat pari al 5% del totale. La Regione Piemonte a sua volta si è dichiarata disponibile a vendere il 4% delle quote di Sagat.
Il documento che stabilisce gli indirizzi della gara a pubblica che la Città ha deciso di indire per vendere le sue quote è stato illustrato dal vicesindaco Tom Dealessandri e approvato dalla Sala Rossa con 24 voti favorevoli (PD, Moderati, SEL, IDV, FLI, Gruppo misto di maggioranza), 5 voti contrari (Appendino – 5 Stelle; Ambrogio, Greco Lucchina, Liardo e Marrone – PdL) e 4 consiglieri astenuti (Berthier – Torino Libera; Tronzano – PdL; Carbonero, Ricca – Lega Nord) .
La Città di Torino manterrà il 10% delle quote azionarie di Sagat, come previsto per legge, in quanto titolare della concessione aeroportuale per espletare i controlli in termini di economicità, efficienza ed efficacia dei servizi espletati a Caselle. Il prezzo di aggiudicazione è previsto in 58.833.156,42 euro: Le quote saranno cedute tramite la F.C.T. Holding S.rl.: la Finanziaria della Città di Torino.
Sono anche stati approvati alcuni emendamenti proposti dalla Giunta comunale che prevedono che chi acquisirà le quote dovrà garantire alla Città di Torino la nomina del Presidente del Consiglio d’amministrazione e di un sindaco effettivo. Inoltre, si stabilisce che gli attuali soci di Sagat che decidessero di vendere le proprie quote contestualmente al Comune di Torino possano servirsi della F.C.T. Holding e usufruire delle stesse condizioni di cessione.
Con la delibera, è stata approvata anche una mozione proposta dalla Lega Nord che prevede che il denaro incassato dalla cessione delle quote non venga utilizzato per finanziare la spesa corrente, ma per abbattere il debito e attivare nuovi investimenti.
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