Asti
Sequestrati 3 centri benessere albesi. Erano “case di prostituzione” con clienti di Alba, Asti e Bra
E’ stata denominata operazione “Happy ending”, ovvero “lieto fine” quella scattata ad Alba e con cui carabinieri e guardia di finanza hanno sequestrato 3 centri massaggi che, in realtà erano vere e proprie “case di prostituzione”. Tutti aperti quasi contemporaneamente ad Alba poco più di un anno fa e gestiti da cittadini cinesi in vari punti della città. Centro Massaggi Elena in corso Langhe, Centro Massaggi Cinesi in via Galimberti e Centro benessere in corso Canale con apertura al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 24.Le attività, molto pubblicizzate sia, su radio che tramite i vari giornali locali con particolare riferimento alla pratica del cosiddetto “massaggio romantico orientale” da 60-80 euro, erano al pian terreno di stabili signorili, in ambienti moderni e con stanze singole dove sedicenti massaggiatrici cinesi accoglievano i clienti.
L’avvio improvviso e con cospicui investimenti economici dei centri estetici, nei mesi scorsi ha insospettito i militari albesi e i colleghi della Gdf che, a partire da giugno 2011, hanno iniziato le indagini sui tre centri wellness. Scoperta la loro reale funzione, quella cioè di casa da appuntamento dove ai clienti venivano fornite, quasi esclusivamente, prestazioni sessuali a pagamento, i carabinieri hanno eseguito vari appostamenti all’esterno dei locali e raccolto le deposizioni di oltre 20 clienti italiani, la maggior parte uomini di mezz’età di ogni ceto sociale di Alba, Asti e Bra, che hanno ammesso di aver fatto sesso a pagamento con ragazze cinesi nei privè.
Nel tempo, come è emerso anche dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali, si sono alternate nei centri estetici una dozzina di ragazze cinesi, false massaggiatrici che si prostituivano, 2 delle quali anche senza permesso di soggiorno.
Nei confronti di 6 commercianti cinesi incensurati, 5 donne ed un uomo residenti a Milano, Mantova e Alba è scattata l’accusa di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Per 2 di loro anche quella di assunzione irregolare di manodopera straniera perché alcune dipendenti erano clandestine.
Le 2 titolari del centro in corso Canale devono anche rispondere di falsità ideologica ed uso di atto falso perché, come hanno accertato i carabinieri del nucleo antisofisticazione di Alessandria, hanno avviato l’attività tramite documentazione falsa relativa alla licenza e ai diplomi da estetiste.
Sono state elevate varie multe pari a 7mila euro a carico dei titolari dei centri estetici cinesi per la presenza di numerose lavoratrici “in nero” e la Gdf albese ha avviato approfondimenti di natura tributaria sui centri estetici in quanto ai clienti non veniva rilasciato lo scontrino fiscale e si ritiene che vi sia una forte evasione fiscale delle attività commerciali ora sottoposte a sequestro.
Tutti i centri estetici sono stati sequestrati e chiusi con gli appositi sigilli. I carabinieri hanno informato anche il sindaco di Alba, intenzionato a revocare le licenze di esercizio essendo stato accertato il favoreggiamento della prostituzione.
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