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I nepotismi neanche troppo occulti all’Aress piemontese

Redazione Quotidiano Piemontese

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Un nuovo scandalo sconvolge la sanità piemontese andando a gettare ombre sull’ Aress l Agenzia Regionale per i Servizi Sanitari. ll direttore amministrativo dell’agenzia aveva fatto assumere il figlio come vigilante notturno per 5 mila euro al mese. Peccato che il sorvegliante sorvegliava poco dato che si presentava saltuariamente al suo lavoro costringendo per evitare problemi la segretaria a bollare per il figlio di tanto padre. Il direttore generale Zanon cade dalle nuvole: “Non sapevamo che fosse un suo parente”.

Uno stipendio da cinquantamila euro l’anno può essere una benedizione se si ha un figlio disoccupato. Ma diventa causa di guai se lo stipendio arriva dall’azienda pubblica che si dirige e, peggio ancora, se il figlio in questione dimentica spesso di presentarsi al lavoro e per occultare la sua pigrizia si deve indurre la segretaria a falsificare le sue bollature. Lo scandalo travolge i vertici dell’Aress, l’ex direttore amministrativo Pietro Cicorella, indagato dalla Procura di Torino con l’accusa di falso, truffa, peculato “solo” per aver voluto togliersi dal cuore il peso della disoccupazione del figlio. Con lui sono stati denunciati il figlio e la segretaria “falsificatrice”.
A scoprire gli intrighi del ragionier Cicorella sono stati i carabinieri del Nas, indagando su voci raccolte negli ambienti della sanità pubblica. L’inchiesta, che è stata coordinata dal sostituto procuratore Avenati Bassi, ha preso l’avvio nell’estate scorsa dopo che alle voci si era aggiunto un esposto. Agli investigatori del Nas è bastata una rapida verifica per accertare che le voci sulla sorprendente assunzione del figlio del ragioner Cicorella come guardiano notturno (ma con stipendio d’oro) non erano perfidi pettegolezzi ma informazioni del tutto vere. I militari, dopo aver fatto gli accertamenti dovuti, avevano dunque inviato il loro rapporto al magistrato.

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