Economia
Il futuro dello stabilimento Indesit di None nuovamente in bilico. A rischio 400 dipendenti
Produrre lavastoviglie in Polonia. Sembrerebbero queste le intenzioni del gruppo Indesit secondo quanto è emerso nella riunione del Cae, il comitato interaziendale europeo riunitosi martedì mattina a Roma. La notizia di spostare la produzione in Polonia riguarda direttamente lo stabilimento di None, nel torinese, dove l’azienda produce lavastoviglie per il mercato dell’Europa occidentale. I lavoratori, circa 400, sono attualmente in cassa integrazione a rotazione.
Appena hanno appreso la notizia sono scesi in sciopero, occupando la statale davanti allo stabilimento. “Se le notizie che arrivano da Roma dovessero essere confermate – ha detto Claudio Fuppo della Fiom – questo significherebbe il venir meno di un’intesa siglata tre anni fa in sede ministeriale che assegnava allo stabilimento di None la produzione di lavastoviglie”.
Lo stabilimento piemontese era infatti già stato oggetto di una trattativa nel 2009: la proprietà voleva chiudere lasciando a casa gli allora 600 dipendenti, ma dopo cinque mesi di lotta sindacale si riuscì a raggiungere un accordo. Prepensionamento per un centinaio di lavoratori, cassa integrazione straordinaria a rotazione per tutti gli altri.
Sul tema è intervenuto anche il deputato del Pd Stefano Esposito: ”La ventilata e possibile chiusura dello stabilimento dell’Indesit di None sarebbe una notizia devastante per l’economia e l’occupazione dell’area pinerolese e per l’intera provincia di Torino: mi appello al senso di responsabilità del management dell’azienda che nel recente passato ha risolto problemi che, all’inizio, apparivano altrettanto gravi e drammatici per centinaia di persone; la stessa responsabilità adesso deve metterla in campo la società Indesit Company, di comune intesa con le organizzazioni sociali e le istituzioni locali che saranno chiamate ad affrontare l’intera questione”.
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