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La Camera dà il via libera alla proposta del divorzio “breve”

Redazione Quotidiano Piemontese

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Divorziare in un anno, l’Italia lo aspetta da decenni. Perché dirsi addio, decidere di non stare più insieme quando l’amore finisce diventi qualcosa di più umano, qualcosa di più semplice e anche meno costoso. Primo ok in commissione Giustizia alla Camera al testo sul cosiddetto “divorzio breve”, che riduce i tempi della separazione tra i coniugi. Oggi per ottenere il divorzio ci voglio minimo 3 anni, lo dice la nostra legge sul divorzio approvata nel 1970 e rivista nel 1987. Ma tra i tanti tristi primati del nostro paese c’è anche quello della lunghezza dei tempi per ottenere una separazione o un divorzio, ci voglio tra i mille e i millecinquecento giorni. La legge italiana è una delle più restrittive d’Europa, e da tempo si cerca, invano, di adeguarla ai tempi.

In questi giorni però sono stati respinti tutti gli emendamenti presentati da Lega e Radicali e quindi resta la proposta che stabilisce che per ottenere il divorzio non si dovranno più aspettare tre anni ma uno da quando partono le pratiche per la separazione, due anni se ci sono figli minori. Il testo, che consta di due soli articoli, prevede anche che la comunione dei beni tra marito e moglie si sciolga nel momento in cui il magistrato, in sede di udienza presidenziale, li autorizza a vivere separati. La commissione Giustizia ora attende i pareri delle altre commissioni competenti per poi dare il parere al relatore, che è Maurizio Paniz (Pdl). Ancora non è certa la data dell’assemblea. Pare che sul testo sostanzialmente si sia creata un’intesa bipartisan tra PD e PDL. I Radicali e la Lega avevano presentato emendamenti opposti, come detto respinti: i primi proponevano un divorzio “lampo” senza nessun tempo di separazione mentre il Carroccio faceva solo proposte soppressive. La scorsa settimana la commissione aveva anche respinto un emendamento della centrista Paola Binetti che chiedeva di mantenere il termine di tre anni in caso di coppie con figli piccoli e di abbassarlo a due anni per chi ha figli maggiorenni o è senza prole.

La legge degli anni Settanta, anche se frutto di forti mediazioni, era in parte lo specchio dell’Italia di allora. Oggi non siamo più come quarantanni fa. Le coppie sono radicalmente cambiate, lo dimostrano il calo di matrimoni e l’aumento delle separazioni. Alcuni dati per capire come in Italia la situazione divorzi si è evoluta negli anni. Nel 1995 ci sono stati 80.000 divorzi a fronte di 158.000 separazioni, nel 2009 ci sono stati 181.000 divorzi a fronte di 297.000 separazioni. I costi stimanti per un divorzio congiunto con unica udienza sono tra i 980 e i 3.950 euro, mentre un divorzio giudiziale con quattro o cinque udienza oscilla da i 1.300 ai 12.250 euro.

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