Cronaca
Bancario truffa l’Intesa San Paolo per 280mila euro
L’hanno chiamata “Ghost account”, operazione militare che ruota attorno al reato di truffa ed utilizzo fraudolento di mezzi di pagamento. Reato per cui i finanzieri della tenenza di Mondovì hanno arrestato un ex bancario di 40 anni, residente a Dogliani e ora nel carcere di Cuneo. L’uomo è riuscito ad intascare 280mila euro mettendo a segno una truffa in grande stile alla banca. Le indagini, avviate nell’ottobre del 2011 e durate quattro mesi, partono dalla denuncia della società finanziaria “Moneta spa”, collegata al Gruppo bancario Intesa San Paolo, che, durante un controllo ispettivo interno del 2011, aveva il sospetto che l’uomo, all’epoca dipendente della filiale monregalese dell’istituto, in qualità di assistente alla clientela, potesse aver commesso qualche irregolarità nell’accensione e nella gestione di pratiche di finanziamento, visto che alcune rate dovute da diversi soggetti finanziati non risultavano versate.Dalle indagini si è scoperto che il bancario aveva ideato un singolare sistema truffaldino, in quanto, in più occasioni, di sua iniziativa, aveva istruito pratiche di finanziamento a favore di persone inesistenti. Di questi clienti “immaginari” aveva inventato i dati personali richiesti dal sistema informatico bancario, gli estremi dei documenti di riconoscimento, i codici fiscali, gli indirizzi anagrafici, insomma tutto.
Ottenuta l’approvazione dei finanziamenti, apriva i conti correnti, intestati ai vari clienti inesistenti sui quali faceva confluire gli importi finanziati e predisponeva il rilascio di bancomat e servizi di on line banking.
Successivamente svuotava i nuovi conti prima che la finanziaria si accorgesse dei mancati pagamenti e intascava i soldi utilizzando i bancomat dei finti clienti (che si faceva spedire all’indirizzo di casa) oppure tramite bonifici a suo favore intestati a lui o alla sua anziana madre, ignara del comportamento del figlio.
La cifra incassata nel periodo compreso tra il 2009 e il 2011 dal bancario è di 280mila euro. Nel corso delle indagini, sono stati individuati 51 conti correnti riconducibili all’uomo e alla madre.
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