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La Copagri dischiara lo stato di agitazione anche per gli agricoltori

Redazione Quotidiano Piemontese

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Tempi duri pure per gli agricoltori. La sede regionale della Copagri, confederazione produttori agricoli, dichiara lo stato di agitazione. Ha ipotizzato uno scenario poco allettante per la categoria agricola, vista la nuova manovra del Governo Monti in merito alla sua futura applicazione e all’incidenza che questa avrà, in termini di carico fiscale, sui terreni e i fabbricati del comparto.Lo stato di agitazione avrà seguito nei prossimi giorni quando anche gli agricoltori scenderanno in campo.

Lo scenario prende in esame un’azienda agricola di 50 ettari sottoposta alla nuova imposizione fiscale. In questo caso, passando il moltiplicatore dall’attuale 75 a 120 con aliquota allo 0,76% contro il precedente 0,4%, l’imposizione raddoppierebbe. L’azienda di 50 ettari, che prima pagava 2200 euro, dovrebbe pagare, solo sui terreni, 4400 euro.

Va calcolata anche l’Imu, imposta municipale unica, sui fabbricati rurali. Nessuna agevolazione in caso di abitazione, anche se rurale. L’aliquota, per la prima casa, è pari a 0,4%. Per gli edifici strumentali, è fissata a 0,2%, mentre per le stalle censite come C6, in assenza di ulteriori chiarimenti, il coefficiente moltiplicatore sarebbe 160.

Sempre secondo i calcoli della Copagri, la stessa azienda di 50 ettari con 4 fabbricati rurali, di cui uno come abiazione, dovrebbe pagare 4200 euro ogni anno. Se prima, quindi tale azienda pagava un Ici di 2200 euro, con la manovra, dovrebbe sborsare 8600 euro all’anno, il 300% dell’attuale carico fiscale.

A questo si aggiungono i costi, in aumento, del settore agricolo, di produzione, di gasolio, di materie prime, di importazione dall’estero e i costi derivanti dalla produzione e dalla mancata consegna visto che in questi giorni i produttori non hanno potuto consegnare, causa le varie manifestazioni in strada e blocco del traffico dei mezzi pesanti, la merce.

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