Asti
Maxi operazione militare. Nome in codice Ediltruffe. Truffa alle aziende edili per 1 milione di euro
Maxi operazione militare, nome in codice “Ediltruffe”. 100 carabinieri impegnati a sgominare un’associazione a delinquere che agiva in tutto il Nord Italia. Truffa milionaria ai danni di diverse imprese edili del Piemonte, e non solo.Durante la notte appena trascorsa, i carabinieri di Asti, impegnati a Bolzano, Novara, Torino e Collegno hanno eseguito alcune misure cautelari restrittive personali in carcere, emesse dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Torino, nei confronti di 5 persone, responsabili dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, sostituzione di persona e ricettazione.
Gli arrestati, insieme ad altre 5 persone denunciate in stato di libertà, agivano sotto falso nome per conto della ditta “Edilconsol”, con sede tra le provincie di Asti e Torino, e ordinavano, stoccavano e commercializzavano materiale edile senza pagare, alle ditte fornitrici, il valore della merce ricevuta, per un valore complessivo di circa 1 milione di euro. Ingenti i danni alle aziende vittime del raggiro, già provate dalla crisi economica.
L’operazione, partita ad aprile scorso, quando i carabinieri della compagnia di Villanova d’Asti sono venuti a conoscenza dell’insolita attività della “Edilconsol” i cui rappresentanti contattavano numerose aziende dell’astigiano per acquistare notevoli quantitativi di materiali per l’edilizia, stoccati poi in un capannone di Beinasco, nel torinese, ha avuto il suo epilogo solo la notte scorsa.
Si tratta di Andrea Consolino, 34enne di Bolzano, Filippo Buetto, 47enne di Novara, capo e ideatore della truffa, Luigi Verri, 72enne anche lui di Novara, Marco Ardore, 43enne di Torino e Giancarlo Garetto, 60enne di Collegno, nel torinese. Quasi tutti si presentavano, alle aziende “clienti” come geometri.
Denunciati, in libertà, un 52enne di Oleggio, nel novarese, un 52enne di Piossasco, nel torinese, un 38enne di Cornaredo, nel milanese, un 49enne di Beinasco e un 43enne di Sabbio Chiese, nel bresciano.
E ancora, 11 perquisizioni locali, 2 capannoni sequestrati delle ditte “B.F. materiali edili” e “Dia.Comm. srl”, rispettivamente di Cameri, in provincia di Novara e Calvagese della Riviera, nei pressi di Brescia, dedicati allo stoccaggio di merci provenienti dall’attività illecita. La refurtiva era composta da reti elettrosaldate, mattoni, pannelli di legno per ponteggi, listelli per costruzioni, piatrelle, rbinetterie, bobine di fibra tecnica per isolamento manto stradale, tegole per tetti, fili elettrici etc.
I truffatori, operando da tempo senza soluzione di continuità, contattavano diverse ditte operanti nel settore della fornitura di materiali per l’edilizia ordinando grossi quantitativi di merci che venivano consegnate con promessa di pagamento a novanta giorni, saldo che non veniva mai effettuato. Pr evitare rimostranze da parte delle vittime, dopo aver ricevuto il materiale nel capannone di Beinasco, il sodalizio lo trasferiva quasi subito presso altre sedi d’attività, apparentemente lecite, dove veniva venduto insieme ad prodotti provenienti da fallimenti.
Complessivamente, allo stato attuale, sono state accertate truffe ai danni di decine di ditte con sedi in Piemonte, Lombardia, Lazio, Veneto, Abruzzo, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Sardegna e Toscana, nonché in Austria e Portogallo, per un valore superiore al milione di euro.
Nelle foto: alcuni momenti delle indagini militari. Boetto (a destra) e Verri, nella foto in alto. In basso, Garetto (a sinistra) e Ardore. Nell’ultima foto: Consolino
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