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Il Comune di Torino esce dal patto di stabilità interna – fotogallery

Redazione Quotidiano Piemontese

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Come anticipato nei giorni scorsi, il sindaco di Torino Piero Fassino ha deciso l’uscita del Comune dal patto di stabilità interna. Il sindaco ha infatti criticato il patto di stabilità, ritenuto da Fassino uno strumento inutile che sarebbe assolutamente impossibilitato nel distinguere tra spesa corrente e investimenti. “Per rispettare tutti gli impegni presi abbiamo assunto la decisione di non rispettare il tetti del patto di stabilita”: queste le parole del sindaco Fassino all’interno  della conferenza di fine anno del governo svoltasi in mattinata.  Secondo Fassino : “Questo patto di stabilita’ e’ stupido.Torino ha lo stesso indebitamento di Catania, ma nel capoluogo piemontese sono stati realizzati la metropolitana, il passante ferroviario ed è in fase di costruzione l’inceneritore, ma ai fini dell’attuale normativa meritano entrambe lo stesso trattamento. E’ un Patto di stabilità stupido e cieco perché non seleziona. Torino ha un debito alto perché ha investito, non perché ha sprecato”.

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“Abbiamo avviato la stesura del bilancio di previsione per il 2012  assumendo la decisione non facile, ma necessaria, di non rispettare i tetti previsti dal Patto di stabilità. Se non lo avessimo fatto avremmo dovuto tagliare servizi ai cittadini per 120 milioni di euro e posticipare pagamenti ai fornitori per 200 milioni di euro. Sarebbe stato un colpo troppo duro per la vita di Torino. Non rispettare il Patto di stabilità ci consente di non tagliare servizi essenziali ed effettuare pagamenti a imprese che hanno lavorato per la città e che, se non percepissero le loro spettanze, ne avrebbero grave danno. Saranno create le condizioni affinché nel 2012 si rientri nel Patto di stabilità, checome anticipato dal governo Monti sarà rivisto perché così com’è non è assolutamente utile”.

“Il 2012 – ha concluso Fassino – sarà un anno austero, ma qualità e quantità dei servizi comunali rimarranno inalterati seppur con qualche aumento tariffario, come nel caso dei trasporti”.

La decisione di uscire dal patto di stabilità dovrebbe consentire al Comune di non tagliare servizi per i cittadini per circa 125 milioni; e di non  dilazionare pagamenti alle imprese per 200 milioni. Tra le possibili conseguenze della violazione del patto la riduzione del 3% dei trasferimenti statali pari a circa 30 milioni di euro, il divieto di contrarre mutui, il blocco delle assunzioni e la riduzione del 30% delle indennità degli amministratori compresi assessori, consiglieri e sindaco.

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