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Ambiente

Nucleare a Saluggia: il Pd chiede al governo di trovare in fretta una soluzione

Redazione Quotidiano Piemontese

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“A Saluggia si trovano l’85% delle scorie nucleari liquide presenti in Italia. Non solo quelle prodotte dalla vecchia centrale di Trino, ma anche scorie provenienti da altri impianti italiani. Non essendo mai stato individuato il sito del deposito unico nazionale previsto dalla legge, c’è il concreto rischio che questi rifiuti pericolosi restino per sempre a Saluggia”. Lo denuncia il Pd sottolineando che “il capitolo dello smantellamento del vecchio nucleare è ancora aperto e va chiuso una volta per tutte”. Luigi Bobba, vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera, e il segretario piemontese Gianfranco Morgando hanno tenuto lunedì una conferenza stampa alla vigilia della visita vercellese, in programma questo mercoledì, della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.

Gli esponenti democratici hanno chiesto al governo Monti di pronunciarsi quanto prima sulla questione dell’individuazione della sede del sito unico nazionale e hanno criticato fermamente la scelta della Sogin (la società che gestisce lo smantellamento degli impianti nucleari) di costruire a Saluggia il deposito D2 destinato ad ospitare 4.300 metri cubi di rifiuti. Un deposito sulla carta ‘temporaneo’, ma che secondo il Pd rischia di diventare ‘definitivo’ e questo, hanno sottolineato, “nonostante sia stata formalmente dichiarata la non idoneità di Saluggia ad ospitare rifiuti nucleari, perchè è una zona fortemente abitata, a rischio esondazioni e vicina alle falde dell’acquedotto del Monferrato”.

Il Pd evidenzia inoltre che “i costi del D2 si aggireranno intorno ai 15,7 milioni di euro, ovvero almeno 3mila euro al giorno da qui al 2025, anno in cui dovrebbe venire svuotato e smantellato. Costi eccessivi per una struttura che dovrebbe essere solo temporanea”. A questo proposito Bobba ha presentato un’interrogazione parlamentare. ”Nessuna autorità competente ha mai rilasciato l’autorizzazione per la realizzazione del D2 – ha spiegato Paola Olivero (capogruppo al Comune di Saluggia) – nè è stata mai fatta la valutazione di impatto ambientale. Quindi l’accelerazione per la costruzione di questa struttura è anomala quanto preoccupante. Per questo appoggeremo il ricorso al Tar per la sospensione dei lavori”.

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