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Economia

Indagine Bankitalia: il Piemonte perde colpi, tasso di disoccupazione “meridionale”

Redazione Quotidiano Piemontese

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Nel primo semestre del 2011 l’occupazione in Piemonte è cresciuta dell’1,6%, ma le prospettive della domanda di lavoro sulle imprese rimangono incerte. Il tasso di disoccupazione, pari al 7,5% nel primo semestre 2011, è il più alto tra le regioni del Nord e ormai ai livelli delle regioni del Centro-Sud. Lo rileva un’indagine diffusa giovedì 10 novembre dalla Banca d’Italia.

Dopo un primo semestre di crescita, grazie alla domanda estera, e anche se a livelli più contenuti rispetto al 2010, nella seconda metà dell’anno la Regione ha invertito il trend e per il 2012 non emergono segnali di ripresa. ”Le spese per investimento tendono a flettere”, sottolineano da Palazzo Koch, e sotto il profilo occupazionale si prevedono ridimensionamenti ai piani occupazionali. Mentre sotto quello del credito ci sono segnali di ulteriore irrigidimento probabilmente in modo selettivo per i clienti più a rischio.

Per quel che riguarda il primo semestre 2011 l’espansione delle vendite nei paesi extra europei ha permesso di recuperare il valore del periodo precrisi, con il tessile abbigliamento in una posizione di avanguardia. Cala invece bruscamente l’export di autoveicoli (-10,9%). Continua la fase negativa delle costruzioni, mentre il mercato immobiliare, pur con qualche segno di ripresa nelle compravendite, con prezzi stabili, resta di quasi un terzo sotto i livelli del 2006. IL mercato del lavoro dà alcuni segni di miglioramento che però non modificano un quadro deteriorato, debole e incerto.

L’occupazione è aumentata dell’1,6% contro lo 0,4 della media nazionale e del Nord Ovest, trainata dall’industria. Si registra una crescita del lavoro dipendente e un calo della Cig. Ma la situazione d’insieme continua ad essere preoccupante, il numero di occupati è di 11mila unità ancora sotto il livello del 2008, mentre il tasso di disoccupazione è aumentato di 3 punti, al 7,5% medio, e l’utilizzo della Cig continua ad essere sei volte superiore a tre anni fa. Cresce il lavoro dipendente, ma l’83% dei nuovi contratti è a termine. Per i prossimi dodici mesi, anche per effetto delle recenti turbolenze sui mercati, quasi un’impresa su due (il 39%) prevede di rivedere al ribasso i propri piani occupazionali. Quanto al credito, ha ripreso a crescere dopo 16 anni di calo anche se a tassi contenuti (+1% ad agosto), si chiude la fase all’indietro per le imprese medio grandi e tiene pur rallentando la crescita per le Pmi.

Aumenta l’indebitamento delle famiglie con un’accelerata della crescita da giugno ad agosto dal 2,8% al 3,4% e più o meno altrettanto dei mutui (+3,3% a giugno), mentre si assiste ad un peggioramento delle condizioni di offerta del denaro, sia per quanto riguarda il credito al consumo sia per quanto riguarda i mutui. Cala la raccolta netta del risparmio gestito (-0,7% nel primo semestre) Depositi stabili e lieve aumento delle obbligazioni bancarie con un risultato complessivo dell’1% in più. In una fase di particolare turbolenza dei mercati finanziari spiccano l’aumento del 9,5% dei titoli di stato in portafoglio a famiglie e imprese (24 miliardi) e quello, pari al 10%, delle azioni (a 16,4 miliardi).

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