Asti
Gli alieni “atterrano” a Torino. 26esima edizione del convegno ufologico. Piemonte, terra di avvistamenti
Anche gli alieni festeggiano i 150 anni dell’unità d’Italia. Dopo un’assenza di 24 anni, il convengo nazionale annuale degli ufologi, torna a Torino per la sua 26esima edizione e, più di ogni altra città, il capoluogo piemontese vanta un numero elevato di avvistamenti ufo. L’appuntamento è previsto per sabato 12 novembre alle 15, nelle sale di Palazzo Capris in via Santa Maria. “Abbiamo deciso di festeggiare anche noi l’anniversario dell’unità d’Italia – spiega Gian Paolo Grassino, presidente del Cisu, centro italiano studi ufologici – con i 15 casi più interessanti avvenuti nel nostro Paese, uno per decennio, all’impresa dei mille ai giorni nostri”.
1000 segnalazioni di fenomeni anomali, dall’antichità al 1900, raccolti nel volume “Strane luci nella storia d’Italia” di Pietro Torre, presentato durante il convegno a cui non mancherà un “X-File” italiano, ovvero un rapporto dei nostrani servizi segreti, recuperato di recente negli archivi dell’aeronautica americana, su un incontro ravvicinato nella tenuta della presidenza della Repubblica a Casteporziano, pochi km distante da Roma.
Ma non solo. Pare che gli alieni, o meglio gli ufo (oggetti volanti non identificati) apprezzino molto il cielo piemontese, soprattutto quello sopra Torino, e non solo per i misteri e le leggende che suscita il Musinè, il monte piemontese dal cono spoglio ritenuto una base aliena. Il Piemonte, infatti, è storicamente una delle regioni più ricche di segnalazioni d’avvistamento di presunti fenomeni ufo, anche per una lunghissima continuità delle associazioni che operano localmente fin dal 1949. Oltre 2.250 casi archiviati, ovvero circa un decimo della casistica nazionale.
La provincia di Torino, anche per estensione geo-demografica, raccoglie il 50% dei casi raccolti dal Cisu (un terzo dei quali nel capoluogo), mentre la provincia di Cuneo conta meno di 200 osservazioni e Asti 90.
La distribuzione di tali avvistamenti è incostante nel tempo. Si registrano, infatti “ondate” di segnalazioni, con periodicità irregolare e con cause non facilmente individuabili. In Piemonte i maggiori avvistamenti si segnalano negli anni 1954, 1962, 1973, 1974, 1978, 1985, 2005, 2009, 2010.
Dopo una forte attività negli anni ’70 ed un considerevole calo di segnalazioni negli anni ’80 e ’90, il nuovo secolo ha visto un trend crescente nel numero di osservazioni raccolte, anche per il contributo dei nuovi mass media, soprattutto internet, che hanno fatto saltare il filtro della stampa tra testimoni e studiosi.
Basti pensare che, in base ai dati Doxa (istituto di ricerca statistica) 1987, il 6% della popolazione avrebbe visto un ufo, dato che estrapolato alla nostra regione porterebbe a un numero di testimoni nell’ordine di grandezza intorno ai 250mila, a fronte di una casistica dieci volte meno numerosa.
Negli ultimi anni, la media annuale di questo tipo di osservazioni, in regione, è passata dai 45 del 2006 ai 144 del 2010.
”Va tenuto presente che parliamo di osservazioni di “ufo in senso lato” – commenta Edoardo Russo, studioso del Cisu – ovvero relative a luci e oggetti visti in cielo, che i testimoni non riescono a identificare. Di questi, dopo analisi competente che riesce a riconoscere cause convenzionali nella stragrande maggioranza dei casi, solo una piccola parte (tra il 2% e il 10%, a seconda degli anni) rimane effettivamente non identificabile (gli “ufo in senso stretto”)”.
Circa la tipologia, il Piemonte raccoglie all’80% luci nel cielo notturno, al 10% oggetti diurni e un altro 10% di incontri ravvicinati, ovvero osservazioni in cui la distanza stimata tra osservatore e fenomeno è inferiore ai 250 metri.
In occasione del convegno, inoltre il Cisu ha ottenuto dalle Poste italiane l’emissione di un annullo filatelico speciale per il 12 novembre, realizzato da un bozzetto del pittore Giorgio Giorgi. Si tratta del primo, e fino ad oggi unico, annullo dedicato ad un evento ufologico.
Info: tel. 011/8127445; www.ufo.it; www.cisu.org
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