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Cronaca

Esperti informatici clonavano i bancomat grazie ad apparecchiature di ultima generazione

Redazione Quotidiano Piemontese

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Beccati con “le mani nel sacco” dai carabinieri di Alba. Due giovani di nazionalità romena, un 23enne e un 28enne, sono stati sorpresi a manomettere lo sportello bancomat della filiale di Vezza della banca d’Alba. L’accusa è di frode telematica, ricettazione, uso indebito di carte di credito ed installazione fraudolenta di apparecchiature per intercettare comunicazioni telematiche. Dopo 3 giorni di carcere, i ladri sono stati rimessi in libertà.

Colti proprio mentre erano in sosta, a bordo della loro auto, dinanzi alla banca con atteggiamento sospetto, ragion per cui i militari che, a causa del recente incremento di furti del genere hanno rafforzato la vigilanza in prossimità dei bancomat, hanno perquisito i due.

Celati tra gli abiti e nell’abitacolo della vettura dei giovani è stato rinvenuto tutto l’occorrente per la clonazione: biadesivo, cacciaviti, cavi elettrici ed altri congegni elettronici. In effetti i carabinieri hanno constatato che il bancomat di Vezza era stato manomesso sovrapponendo a quella vera, una plafoniera posticcia al cui interno si trovava una telecamera miniaturizzata ed altri microchip che trasmettevano ai due tutti i codici segreti degli ignari clienti che prelevavano durante la giornata.  In totale, circa una trentina di persone con il conto corrente “alleggerito”.

Inoltre, nell’abitazione braidese dei ladri è stato sequestrato un vero e proprio laboratorio con l’occorrente per clonare bancomat e carte di credito: numerose carte di credito rubate o già clonate, carte con banda magnetica rilasciate da centri commerciali o supermercati usate come veri e propri bancomat per prelevare, due personal computer di ultima generazione provvisti di software sofisticatissimi per attuare le clonazioni, telecamere miniaturizzate, cablaggi elettrici, tastiere da sovrapporre a quelle vere e molto altro materiale.

Scattate le manette e aperte le porte del carcere per i due malfattori, dopo tre giorni di detenzione sono stati rilasciati e hanno patteggiato una condanna ad un anno e due mesi di reclusione con il beneficio della condizionale, essendo incensurati.


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