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Cultura

Se i migranti ci invitano a cena

Redazione Quotidiano Piemontese

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L’accoglienza, quando è autentica, non ha mai una sola direzione: si ospita e si viene ospitati, si conosce e ci si fa conoscere. I migranti non sono sempre e solo quelli che hanno bisogno di aiuto. A volte sono persone disponibili ad aprirci la loro casa e la loro coltura. Nasce da questa idea il progetto Indovina chi viene a cena?, una proposta lanciata dalla Rete Italiana di Cultura Popolare. Persone arrivate a Torino dall’Argentina, dalla Romania, dalla Cina, dall’Albania, dall’Etiopia, dal Marocco e da tanti altri Paesi ospitano per una cena familiare chiunque voglia conoscere ‘l’altro che è parte di noi’.

In ogni cultura e religione il cenare insieme ha un ruolo fondamentale: serve a incontrarsi e a condividere esperienze, aiuta a portare i pesi della vita, fa scoprire la sacralità del cibo e del vivere. Recuperare questi aspetti nelle nostre città postmoderne, ossessionate dalla velocità e malate di individualismo, è prezioso quanto difficile. Da tempo la Rete di Cultura Popolare lavora su questi temi, cercando di opporre la cultura del ‘sapere e del saper fare’ alle logiche della chiusura e del sospetto. Già un mese fa, in occasione del Festival dell’Oralità popolare, piazza Carignano si è trasformata in una grande tavolata multietnica. Ora l’esperienza si allarga entrando nelle case.

Domani (venerdì 21 ottobre) le famiglie dei migranti aprono per la prima le loro case, ma il progetto prosegue per tutto l’anno: la prossima cena è fissata per venerdì 25 novembre. Per partecipare è necessario innanzi tutto essere iscritti alla Rete Italiana di cultura popolare (il tesseramento annuale costa 5 €, che diventeranno 10 a partire dal 2012). Poi bisogna prenotare la singola cena, versando una quota di almeno 15 €, che sarà interamente devoluta alle famiglie ospitanti.

Info www.reteitalianaculturapopolare.org

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