Cronaca
Suicidio al Caffè Platti: the show must go on, il locale non chiude
Domenica mattina a Torino nello storico Caffè Platti di Torino una donna di 66 anni, Christine M. si è suicidata nel bagno con un colpo di pistola alla tempia. La signora che si è uccisa, era nata in Francia ma viveva nel quartiere Crocetta e da diversi anni ed era diventata una cliente abituale del locale. La signora è uscita di casa, ha ordinato la colazione, ha pagato, è entrata nel bagno, si è chiusa a chiave e si è sparata alla testa con la Smith & Wesson del marito defunto da tempo. Dopo lo sparo è scattato l’allarme. Sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno sfondato la porta trovando la donna morta sul colpo. Sono stati ritrovati una lettera d’addio ai familiari e una serie di documenti sulle proprietà della donna.
E’ subito scoppiata la polemica perchè il locale non ha sospeso l’attività. Il Caffè Piatti ha una lunga storia di crocevia della borghesia torinese . Pierina Giani, la titolare del locale ha raccontato: “Non ho chiuso il bar perché non mi è sembrato opportuno, si è trattato di un fatto molto grave, ma voluto dalla signora. Perché chiudere il bar ? Aspettavo per pranzo 100 turisti in arrivo da Milano ed il locale era pieno di gente. Io devo pensare al locale, a pagare i dipendenti e poi forse la signora avrebbe preferito questa riservatezza. Mi spiace molto, era una donna gentile che da anni la domenica faceva colazione da noi, si sedeva al tavolo, consumava, dava la mancia e usciva”.
Ernesto Olivero, fondatore del Sermig ha dichiarato: “La morte di qualcuno è sempre qualcosa che chiama tutti a fermarci un attimo, a pregare e ad entrare in sintonia con quella persona e la sua famiglia, il fatto che al Bar Platti di Torino, dopo la morte di una povera donna in sofferenza, tutto si è proseguito come se nulla fosse accaduto, ci deve far riflettere. Nella nostra casa di San Paolo in Brasile – dove ospitiamo ogni notte 1300 persone di strada, due giorni fa è morto Modesto, uno degli ospiti, e tutta la casa si é fermata a pregare in silenzio. Il silenzio -è qualcosa che ci fa sentire più vicini e anche rispettosi nei confronti di chi soffre e di chi muore. Bisogna indicare a tutti la necessità, l’urgenza, di lavorare per una società più solidale e attenta a chi si ha vicino. Quella donna aveva sicuramente sofferto molto e anche da morta non è stata amata e capita”.
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