Cultura
Una cartolina dall’Apocalisse. Ritornano le domande di Torino Spiritualità
Forse la spiritualità non esiste più: senza che ce ne accorgessimo, è diventata una sottobranca dell’economia. Forse il senso religioso è andato per sempre in pensione e ci dobbiamo accontentare dell’unico misticismo rimasto, quello dei numeri: apocalissi finanziarie, rivelazioni borsistiche, litanie di titoli e obbligazioni da recitare non al Wall of Crying (muro del pianto) di Gerusalemme, ma a Wall Street. O forse, nonostante tutto, rivolgere qualche domanda a Dio può ancora avere senso, se non altro per chiederci come risponderemmo noi, e riflettere sull’aldilà può essere un buon modo per chiarirci le idee sull’aldiquà. Torino Spiritualità, festival filosofico-teologico in programma dal 29 settembre al 2 ottobre, cerca ancora una volta di incanalare gli interrogativi che da sempre vibrano nell’animo umano. E lo fa con lo sguardo laico che da sempre lo contraddistingue.
Il Circolo dei Lettori, l’ente organizzatore, ci tiene a ribadirlo con fermezza: nessuna filiazione da chiese di qualunque natura, nessuna appartenenza a partiti, nessun pregiudizio. L’unico obiettivo del festival è condividere punti di vista, favorendo, specialmente attraverso incontri inediti, il dialogo interreligioso. E’ impossibile racchiudere una manifestazione del genere in una sola definizione, perché gli ambiti coinvolti sono moltissimi: la fede, ovviamente, ma anche la razionalità del pensiero, la scienza, la politica, l’economia e le arti. L’edizione 2011 non poteva che affrontare il tema della fine dei tempi, argomento ormai così inflazionato da sembrar banale. Ma, per fortuna, ben pochi saranno i riferimenti a profezie Maya (vere o presunte) sul 2012 e simili amenità. La fine dei tempi è un pretesto, o meglio, una condizione che in qualche modo appartiene da sempre all’uomo. Riflettere “sul limite – spiegano gli organizzatori – è come scrutarsi davanti a uno specchio: si possono cercare i fantasmi oppure si può approfittare della possibilità di ribaltare lo sguardo, di mettere a fuoco un metodo per resistere in questo mondo”.
Il festival propone vari filoni di studio. Tra questi spicca Genesi e Apocalisse: un ciclo di incontri che parte dai due estremi della Bibbia (alfa e omega, principio e fine) per cercare nuove chiavi di lettura. Vi partecipano figure diversissime: oltre ai più “prevedibili” Enzo Bianchi (priore della comunità di Bose) e Umberto Galimberti (filosofo), l’elenco dei relatori include il giurista Gustavo Zagrebelsky, lo scrittore Mauro Corona e perfino l’attrice Angela Finocchiaro, impegnata in uno spettacolo teatrale tra il serio e il giocoso che ha per protagonista Eva, la prima donna sulla Terra. Poi ci sono le Visioni dal quotidiano, testimonianze di chi ha trovato un proprio modus vivendi per affrontare il presente. Anche in questo caso il parterre è variegato: si spazia dal teologo Vito Mancuso al filosofo Gianni Vattimo; c’è anche Massimo Gramellini (ormai un maître a penser del quotidiano) che si cimenterà in un inedito faccia a faccia col guru dell’omeopatia Christian Boiron. Spiritualità e musica sono sempre state ottime amiche. Il festival, infatti, prevede anche alcuni concerti, come quello in cui il violoncellista Mario Brunello (accompagnato da un ensemble di grandi artisti) proporrà la sua personalissima interpretazione dell’Arte della fuga di Bach: “un dialogo di Dio con se stesso”, come la definì Goethe.
La maggior parte degli eventi di Torino Spiritualità sono a ingresso gratuito, alcuni sono a pagamento (ma a prezzi popolari). Il festival coinvolge vari luoghi di Torino, quasi tutti in centro: il Circolo dei Lettori, il teatro Carignano, il cinema Massimo, la Cavallerizza reale, chiese, musei, biblioteche e giardini. Info www.torinospiriualita.org
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