Cultura
Ritorna MiTo Settembre Musica: su Torino una cascata di concerti
Puntuale come sempre, in forma più che mai, Mito Settembre Musica, una manifestazione che non ha bisogno di presentazioni, si prepara a travolgere il pubblico con la sua valanga di concerti a prezzi popolari e con i suoi ospiti da capogiro. Raccontarla come una semplice rassegna di musica classica, riservata a un dotto pubblico di appassionati, sarebbe quanto mai riduttivo. Ormai le dimensioni sfuggono di mano, i generi si confondono, le platee si mescolano. Da anni la manifestazione mobilita due città, celebrando un matrimonio culturale tra Torno e Milano: un’occasione per emozionarsi, per vivere e condividere gli spazi della musica e della bellezza, magari mettendo da parte, una buona volta, le antiche rivalità comunali. O forse no?
La corsa dei giganti. In ogni matrimonio che si rispetti gli screzi non mancano. Così, sarà politically uncorrect, sarà sbagliato o più semplicemente inutile, ma sfogliando lo sterminato programma si affaccia la tentazione di una piccola sfida “gianduiotto-meneghina”, combattuta a colpi di maxi eventi e talenti stellari. Ed è un testa a testa che si vince o si perde di misura, che si decide sui centimetri, tanto che alla fine è praticamente impossibile stabilire quale dei due colossi metropolitani tagli per primo il traguardo. Milano attacca con il concerto inaugurale affidato alla bacchetta di Daniel Barenboim, appannaggio esclusivo del Teatro alla Scala. Ma Torino non si perde d’animo e risponde con un megaconcerto che schiera sul palco dell’Auditorium Agnelli due orchestre (quella del Regio insieme a quella della Rai) e due cori (Regio e Maggio Fiorentino): in programma l’Ottava Sinfonia di Mahler, detta Dei Mille, per il grande numero di esecutori che richiede. Dirige Gianandrea Noseda. Entrambi gli eventi “vincono” il tutto esaurito: assurdo quindi perdersi in analisi da moviole e fotofinish. Se qualche piccola rivalità resta insopprimibile, tante di più sono, per fortuna, le occasioni di collaborazione. Molte delle proposte in calendario si replicano, a distanza di pochi giorni, sotto la Mole e all’ombra della Madonnina: un’idea saggia in tempi di crisi, tagli e cinghie da tirare.
Tre colori. C’è da perdersi in questi venti giorni di musica, come in un labirinto. Tutto è reso più imponente dalla concomitanza con le celebrazioni per il Centocinquantenario dell’Unità nazionale. Naturalmente l’omaggio a Verdi è quasi obbligatorio. A Torino il grande compositore di Busseto viene celebrato con un “concertone” al Palaisozaki: sul palco orchestra e coro del Maggio Musicale Fiorentino diretti da Roberto Abbado (figlio del grande Claudio Abbado ed erede del talento paterno). A qualcuno, forse, potrebbe tornare in mente il Nabucco Colossale allo Stadio Olimpico dello scorso giugno, un’idea brillante ma un completo flop dal punto di vista logistico. Per fortuna gli organizzatori di MiTo sono abituati a gestire eventi di queste dimensioni: dunque c’è da aspettarsi che, nonostante la cornice inedita, il livello qualitativo della serata sia alto. L’omaggio all’Italia non significa solo recuperare il passato, ma anche investire nelle novità: ecco perché MiTo ha commissionato brani ad alcuni tra i maggiori compositori viventi, italiani e non. Il risultato è un quadro dalle mille tinte, un insieme di musiche diversissime, ma unite dalla riflessione sulla creatività italiana e sul ruolo guida che il nostro Paese svolge da sempre in ambito musicale. Vi partecipano talenti del calibro di Salvatore Sciarrino, Pascal Dusapin, Michael Daugherty e Arvo Pärt.
Dalla Russia con amore. Gli organizzatori sono andati a pescare un vecchio film di James Bond per introdurre una cultura affascinante e sfaccettata. L’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, diretta da Yuri Termikanov, propone pagine di ?aikovskij, Rachmaninov, Prokof’ev e Stravinskij, con un repertorio di brani ispirati al gusto italiano, cosa che mette in luce una storia di legami forti tra i due Paesi, nonostante distanze e diversità. Ancora una volta, nel giro di pochi mesi, la Russia fa capolino sotto la Mole. E’ già accaduto a maggio, in occasione del Salone Internazionale del Libro.
I “mostri sacri”. Come ogni anno, non mancano i grandi nomi della musica classica internazionale. Tra tante proposte di valore, segnaliamo In particolare la presenza di tre grandi direttori d’orchestra Zubin Metha, che guiderà la Israel Philarmonic Orchestra, Lorin Maazel, che dirigerà la Philarmonia Orchestra e Pierre Boulez con l’Ensemble Intercontemporain. A incantare il pubblico ci sono anche due virtuosi del violino: Uto Ughi e Salvatore Accardo. Quanto alle scelte di repertorio, gli organizzatori sono stati guidati da due importanti ricorrenze: il bicentenario dalla nascita di Franz Liszt e il centenario dalla scomparsa di Gustav Mahler.
Non solo classica. Il pubblico di MiTo ben sa che la manifestazione è un mondo di suoni e questo è forse l’aspetto più affascinante. A Torino si segnalano i momenti dedicati al jazz, come la giornata anniversario per Miles Davis e i concerti in collaborazione col Jazz Club. Anche la musica elettronica è protagonista. Si esibiscono inoltre due grandi cantautori: Massimo Ranieri e Franco Battiato, in tour con Up patriots to arms.
Il coraggio di Haiti. “Quando tutto cade, quando tutto sfugge di mano resta la cultura”. Così ha dichiarato lo scrittore haitiano Dany Laferrière all’indomani del tragico terremoto che ha sconvolto il Paese nel 2010. MiTo cerca di fare sua questa affermazione, riservando uno spazio particolare all’isola caraibica, alla sua tradizione composita, alla sua storia tormentata e naturalmente alla sua musica: un mosaico esploso, dove il colonialismo si fonde con l’Africa. Tra i vari appuntamenti spiccano l’arte di Beken, l’ensemble Erol Josuè e la performance graffiante di Moonlight Benjamin. Sono tutte occasioni per conoscere un microcosmo prezioso e per parlare di Haiti in termini nuovi: non solo come Paese che ha bisogno di aiuto, ma anche come terra che ha moltissimo da regalarci.
Info www.mitosettembremusica.it
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