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I caprioli? Più pericolosi dei cinghiali. Gli agricoltori chiedono più abbattimenti

Redazione Quotidiano Piemontese

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“Intensificare i piani di prelevamento”. La lingua italiana addolcisce, nella forma, quella che è una richiesta “forte” nella sostanza: aumentare il numero di capi abbattuti per contenere i danni che la fauna selvatica ungulata, ma non solo quella, sta causando in misura crescente all’agricoltura alessandrina. Cinghiali. Ma anche caprioli, che negli ultimi giorni hanno preso di mira i vigneti, in molte zone della provincia di Alessandria. “La nostra posizione sui caprioli è chiara: questo ungulato a breve arrecherà più danni alle aziende agricole dei cinghiali. Per questo occorre attivare, da subito, una serie di soluzioni che vanno dai piani straordinari di controllo per garantire la selezione e il prelievo degli animali in soprannumero, all’accelerazione delle procedure di rimborso dei danni, al coordinamento più efficace dei diversi enti che sovrintendono alla gestione del territorio”.

E’ la richiesta dei rappresentanti provinciali di Coldiretti, Unione Agricoltori e Cia in una riunione, dai toni caldi, a Palazzo Ghilini, sede dell’amministrazione provinciale, presidenti il viceprefetto vicario Vito Cusumano, il presidente della Provincia Paolo Filippi, gli assessori provinciali Giancarlo Caldone (caccia e pesca) e Lino Rava (agricoltura) e il dirigente Bruno Barosio. La collaborazione del mondo agricolo, hanno ribadito i vertici provinciali delle tre associazioni del mondo agricolo, non è mai venuta meno. Ma se l’attività di contenimento degli ungulati non venisse svolta in maniera efficace “richiederemo ulteriori e più adeguati interventi. Anche l’intensificazione dei piani di prelevamento attraverso l’aumento dell’assegnazione dei capi e la loro estensione temporale e territoriale”.

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