Cronaca
Notte di scontri in Val Susa: lancio di pietre e presidio No Tav. Entro giugno il via ai lavori
Si saranno “montati la testa”, come dice Antonio Saitta, o saranno dei “fuorilegge”, per dirla alla Mario Virano: intanto i No Tav hanno iniziato con vigore lo scontro (quello decisivo?) per impedire i lavori che rappresenterebbero il via alla realizzazione del progetto Alta velocità. Dalle 23 di lunedì infatti, alcuni camion hanno tentato di raggiungere l’area di Chiomonte dove deve sorgere il cantiere per il tunnel esplorativo della Maddalena, ma i circa 200 manifestanti che da giorni presidiano il territorio hanno impedito l’accesso sbarrando la strada con tronchi d’albero, tubi e altre barricate.
I manifestanti sono sempre stati controllati a distanza da polizia e carabinieri, c’è stato anche il tentativo di mediazione (con il presidente della Comunità Montana, Plano, a tenere le fila tra contestatori e forse dell’ordine) ma la tensione è salita non appena i camion hanno iniziato a scaricare il materiale sul viadotto: in quel momento è partita una sassaiola, fortunatamente senza conseguenze per i lavoratori che stavano operando, se non lo stop all’intervento.
GLI SCONTRI A CHIOMONTE. Secondo le forze dell’ordine sono state oltre 200 le pietre lanciate dai No Tav contro gli operai che stavano tentando di avviare le operazioni per l’installazione del cantiere per il tunnel esplorativo della Maddalena a Chiomonte, in Val di Susa. La corsia nord dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia è stata riaperta solo intorno alle 4,30 del mattino mentre la corsia sud è rimasta bloccata fino alle 6,30 per consentire la rimozione delle pietre. A scatenare i manifestanti l’avvio delle attività propedeutiche all’apertura del varco autostradale per l’accesso dei mezzi nell’area dove dovrebbe sorgere il cantiere della Torino-Lione: secondo una prima ricostruzione delle forze dell’ordine i manifestanti No Tav avrebbero iniziato ad abbattere alberi e a spostare guard-rail e reti metalliche, creando delle barricate per tentare di impedire l’accesso ai camion.
A RISCHIO IL GIRO D’ITALIA? Quanto alla minaccia avanzata nei giorni scorsi dal movimento, di bloccare il Giro d’italia che sabato salirà al Sestriere per la penultima tappa della gara il leader dei No Tav Alberto Perino ha precisato: ”Il nostro obiettivo è bloccare tutta la valle, se poi c’è anche il Giro non dipende da noi. In ogni caso sarà la gente del posto a decidere cosa vuol fare giovedì nel corso di un’assemblea”. Ieri ha riaperto anche la “sede distaccata” (come la definiscono i grillini) del Movimento 5 Stelle dove i volontari “ascolteranno e proveranno a farsi interpreti” delle istanze del territorio.
LA POSIZIONE DEI SINDACI. ”Al fine di essere vicini ai cittadini che si stanno mobilitando è stato istituito un Comitato di crisi delle amministrazioni comunali per fronteggiare le emergenze che si potranno verificare in queste contingenze”. Lo dicono in un comunicato diffuso nella notte i sindaci dei territori interessati dalla linea ferroviaria Torino-Lione che si sono riuniti presso la sede della Comunità montana di Bussoleno. Nella nota gli amministratori ribadiscono le loro perplessità su un metodo che mette in evidenza forti carenze nelle procedure di autorizzazione del progetto e sulla gestione dei rapporti con gli enti territoriali che hanno manifestato la loro opposizione alla nuova linea ferroviaria.
I LAVORI PREVISTI. Dovranno comunque partire entro giugno i lavori per il tunnel geognostico alla Maddalena di Chiomonte, per un costo di 143 milioni di euro. La realizzazione, grazie all’approvazione di una variante di progetto, sarà affidata alla Cmc di Ravenna, la stessa ditta che si era aggiudicata l’appalto per il tunnel di Venaus al via nel 2005, ma mai partito per l’opposizione della valle. E sempre entro giugno, ma solo dopo il via ai cantieri, dovrà essere firmato l’accordo internazionale tra Italia e Francia per la ripartizione dei costi. Parigi e Bruxelles sono infatti in attesa da parte dell’Italia di segnali concreti per la conferma dei finanziamenti europei: se non partono i lavori, addio all’opera.
LE DATE. Il 3 di maggio si è riunito a Roma – dopo quasi 3 anni – il tavolo politico di Palazzo Chigi che ha dato il via libera al progetto di realizzazione “per fasi” della Torino-Lione. Subito, nel 2013, il tunnel di base, fino a Susa con la stazione internazionale, e il nodo di Torino, con l’interporto di Orbassano. Dopo, a partire dal 2023, le opere in bassa valle e il tunnel dell’Orsiera: fino ad allora si userà la linea storica che ha ancora notevoli margini di crescita, anche sulla base dei dati di traffici prodotti e studiati all’interno dell’Osservatorio. Per quanto riguarda invece il progetto preliminare della tratta nazionale, da Chiusa San Michele a Torino, il 27 maggio è prevista la prima riunione della Conferenza dei servizi che servirà a raccogliere le osservazioni dei Comuni interessati.
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