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Cronaca

Tentato suicidio per amore e vergogna. Albese scompare nel fine settimana e si taglia i polsi

Redazione Quotidiano Piemontese

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E’ scomparso nel fine settimana, facendo perdere le sue tracce e allarmando familiari e amici. Si tratta di un commerciante 40enne albese, che per motivi professionali, ogni giorno viaggia nei comuni delle Langhe con l’auto aziendale per consegna merce. Pur avendo iniziato a lavorare, come d’abitudine, sabato mattina l’uomo non rispondeva al cellulare, alle numerose chiamate di collegi e parenti, preoccupati dal suo inconsueto silenzio.

Avviate le ricerche, sullo stesso itinerario del 40enne, i carabinieri hanno individuato l’auto dell’uomo.  Parcheggiata in una zona periferica di Sinio, piccolo comune langarolo, aperta e con le chiavi inserite. All’interno il cellulare acceso e il portafogli.  Vicino alla portiera lato guida, una vistosa chiazza di sangue. Sul posto sono arrivati immediatamente una decina di carabinieri, in attesa anche delle unità cinofile per perlustrare la boscaglia della zona.

Le ricerche sono andate avanti nel raggio di due chilometri dal luogo del ritrovamento della vettura insanguinata. Dopo alcune ore, poco prima che la luce diurna iniziasse a calare, un maresciallo dei carabinieri di Alba, impegnato nelle ricerche, ha rintracciato il commerciante.

Sdraiato a ridosso dei rovi in una zona boschiva impervia e scoscesa, seminudo, in stato di totale incoscienza e con gli avambracci insanguinati a causa di numerosi tagli autoinferti con un coltello a scatto che aveva addosso. L’uomo, che un paio di volte è svenuto, vista l’enorme quantità di sangue perso, è stato sostenuto e trasportato, a spalla, dai militari sulla strada e rianimato da un’ambulanza medicalizzata del servizio 118, giunta sul posto per i primi soccorsi e per il successivo ricovero d’urgenza all’ospedale San Lazzaro di Alba.

Dalle indagini effettuate per verificare i motivi, sia dell’allontanamento volontario, sia del tentativo di suicidio, è emerso che il commerciante, scapolo, residente con i genitori, si era invaghito di una ragazza dell’est conosciuta in un night club per la quale aveva speso alcune migliaia di euro, prelevandoli dal conto corrente aziendale ad insaputa dei soci e, preso dallo sconforto e dalla vergogna di doversi giustificare con genitori e con i titolari dell’azienda, aveva pensato di farla finita.

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