Cultura
Da Pinocchio a Gomorra: una mostra racconta l’Italia dei libri
Per ora partirà come mostra, ma domani, chi sa, potrebbe diventare qualcos’altro: magari un museo stabile. Dopo una gestazione difficile, sta per aprire i battenti la mostra L’Italia dei libri, fiore all’occhiello del Salone del Libro 2011 e centro nevralgico delle celebrazioni per il centocinquantenario. Si sa che nel “giardino all’italiana” i ciuffi di polemiche attecchiscono con facilità, specialmente quando ci son di mezzo i soldi. Così nei mesi scorsi l’esposizione è stata al centro di accesi dibattiti.
Prima la querelle sui costi (nel progetto originario 700mila Euro, troppi secondo l’assessore regionale Michele Coppola per una manifestazione della durata di cinque giorni). Poi le rimostranze dei “grandi esclusi”: editori scontenti per non essere stati convocati, lettori delusi per la scelta dei libri simbolo. Ma ora che il Salone è alle porte, sarebbe meglio chiudere il capitolo polemiche e aprire gli occhi. Allora forse Torino riuscirà ancora a emozionarsi, a tuffarsi nella storia con l’entusiasmo bambino che ha dimostrato alle Ogr e alla Venaria Reale.
Come il titolo lascia presagire, L’Italia dei Libri vuole essere un omaggio a 150 anni di storia letteraria, culturale ed editoriale. E’ difficile progettare una mostra di questo tipo, raccontare attraverso oggetti tangibili la magia della lettura, spirituale per definizione. Gli organizzatori ci hanno provato attraverso un percorso multiplo che comprende 150 libri, 15 superlibri (da Le confessioni di un ottuagenario a Gomorra), 15 personaggi (da Francesco De Sanctis a Oriana Fallaci), poi gli editori (15 in origine, divenuti 16 in itinere) e i fenomeni editoriali.
Per avere qualche anteprima, ci facciamo guidare dal curatore Gian Arturo Ferrari, che ha lavorato insieme a una squadra di specialisti, a stretto contatto con Rolando Picchioni ed Ernesto Ferrero, rispettivamente Presidente e Direttore del Salone. “Abbiamo cercato – spiega Ferrari – di raccontare l’incontro tra l’Italia e i libri: una storia affascinante, avventurosa e commovente”. In un Paese che ha qualche oggettiva difficoltà con le pagine stampate e in cui (dati alla mano) l’homo legens non è una specie troppo diffusa, la proposta diventa, necessariamente, un’esortazione: “Vogliamo che la gente si incuriosisca, si avvicini, si appassioni – prosegue Ferrari – E se riusciamo a far leggere libri usando mezzi divertenti, mostrando al pubblico la bicicletta di don Camillo o il vestito di Angelica (protagonista del Gattopardo), tanto meglio”.
L’Italia dei libri, insieme ad altre realtà come l’arena Bookstock, è ospitata all’Oval Lingotto (grande novità del Salone 2011). L’allestimento, progettato dall’architetto Massimo Venegoni, prevede un percorso a spirale che inizia con i libri tradizionali e si conclude con quelli elettronici, fragili e irresistibili scommesse del futuro. Dopo il periodo del Salone la mostra diventerà itinerante e visiterà varie città italiane. Ma il curatore si spinge oltre. “Perché non cogliere l’occasione e costruire a Torino un museo del libro, realtà finora inesistente nel panorama italiano?”. L’idea sembra tutt’altro che una boutade. Ferrari è presidente del Centro per il Libro e figura cardine dell’editoria italiana: “Ha buone gambe per camminare”, commenta Picchioni. E durante la conferenza stampa di presentazione del Salone 2011, la proposta incontra il favore degli enti locali.
L’Italia dei libri. Dal 12 al 16 maggio nell’ambito di Salone internazionale del libro 2011. Oval Lingotto
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