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Spettacolo

Sbarca a Torino il rock made in China

Redazione Quotidiano Piemontese

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Dalla Cina non arrivano solo i vestiti (più o meno taroccati), gli alimenti (più o meno a prova di Nas) e i prodotti in plastica, terrore dei nostri imprenditori. Il paese dei Mandarini esporta anche il rock. Venerdì 29 aprile sbarcano all’Hiroshima Mon Amour di Torino i PK14, una band che ha rivoluzionato il panorama musicale cinese. E’ la prima volta che questo gruppo si esibisce in Italia.

Se in Europa il loro nome è quasi sconosciuto, in patria i PK14 sono un’istituzione, un simbolo indiscusso dell’alternative rock: hanno ricevuto numerosi riconoscimenti e influenzato in modo inequivocabile le giovani generazioni di Pechino, tanto che alcuni hanno voluto paragonarli ai Television o ai Talking Heads della New York anni ’70. Eclettici e dotati di grande curiosità, hanno saputo creare un’efficace fusione tra diversi ambienti musicali (virtù particolarmente apprezzabile in un Paese che talvolta censura gli stimoli provenienti dall’estero e in cui l’ibridazione tra culture non è affatto semplice). La band, nata a Nanchino e poi trasferitasi a Pechino, nel cuore pulsante della vita musicale cinese, ha alle spalle quasi 25 anni di carriera, esperienze internazionali e collaborazioni con band di spicco tra cui The (International) Noise Conspiracy, Ex-Models e The Soundtrack of Our Lives.

Tra gli album dei PK14 ce ne sono alcuni che hanno lasciato un segno indelebile: è il caso del disco d’esordio Shang lou jiu wang zuo guai (Al piano di sopra gira a sinistra) e del successivo Bai bi shu (Carta Bianca), registrato in Svezia. Il leader della band, Yang Haisong, è famoso per l’incisività dei suoi testi che danno voce all’insoddisfazione dei ragazzi di città, assumendo un ruolo analogo (pur con le dovute differenze) a quello dei rapper americani, nordafricani o delle banlieue parigine.

Il concerto, organizzato dall’Istituto Confucio di Torino e dall’Università, tenta di far conoscere ai Torinesi un lato inedito della Cina. Questo paese arcaico e moderno, tecnologico e contadino, che un po’ ci affascina e un po’ ci fa paura, si svela poco a poco come un mondo dalle mille facce, legato da un filo indissolubile alle sue tradizioni millenarie e contemporaneamente capace (attraverso il corpo di tanti giovani) di sentire sottopelle l’energia elettrizzante del rock.

Hiroshima Mon Amour via (Bossoli 83, Torino), Sala Majakosvkij – ore 22 – ingresso libero

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