Cultura
Coppola-Fassino, sulla scuola sembrano quasi gemelli. Musy, presenza polemica
Nella sede di via Giacosa, casa storica della Fondazione Giovanni Agnelli, si sono confrontati in un dibattito sul tema “Studiare a Torino” i due candidati alla carica di sindaco Piero Fassino e Michele Coppola, ovvero i due ritenuti con le maggiori credenziali per vincere le elezioni del 15-16 maggio. Alberto Musy, candidato del Terzo Polo, non invitato come gli altri nove candidati, polemicamente ha seguito il dibattito dalla prima fila. Il tema, decisivo per il futuro di Torino, era il rapporto tra la città e lo studio: come, dove e attraverso quali prospettive fare del capoluogo piemontese, un polo universitario e della conoscenza di altissimo livello europeo. Come porre le basi per continuare nella costruzione di una città dei saperi, eccellenza nella formazione dalle scuole primarie, dell’obbligo e di base, all’università e alla ricerca applicata in campo scientifico.
Il saluto del presidente della Fiat
Nella sua introduzione Elkann ha ricordato come “Torino sia stata e continui ad essere una città che sa rispondere quando riceve i giusti stimoli e a questi sa reagire ed ha fatto molto nel campo della conoscenza. Ha avuto grandi progetti ed eventi e che grazie al sindaco Chiamparino ha saputo coinvolgere l’intera cittadinanza”, Elkann ha osservato che “l’istruzione e la formazione sono temi fondamentali per il futuro di una città. Molto è stato fatto e non c’e’ niente di più concreto che continuare a stimolare la formazione”.
Un dibattito nel segno del fair play
E’ infatti, in un confronto civile e corretto, moderato dal direttore de “La Stampa” Mario Calabresi, i due candidati sindaco hanno snocciolato dati, ipotesi, prospettive convenendo quasi su tutto. Partendo dalla formazione dei più piccoli fino alla Torino città universitaria, passando per la creazione della città della scienza e della salute i due candidati hanno risposto alle riflessioni che la fondazione Agnelli da alcuni anni ha preso come principale attività di ricerca. Quanto è importante per Torino e per il suo futuro migliorare la qualità del proprio capitale umano? Può la città aspirare a diventare un polo d’eccellenza della formazione terziaria? Come sostenere il diritto allo studio e al successo scolastico della fasce di popolazione più svantaggiate, fra cui i ragazzi di origine straniera? Quale ruolo può giocare l’amministrazione comunale per rendere Torino un luogo dove chi studia trovi le condizioni organizzative e gli stimoli culturali per farlo con sempre maggiore impegno e soddisfazione?
Scuola e formazione: dall’obbligo all’Università ma con quali risorse?
I due candidati sul tema hanno trovando molti punti in comune e quale divergenza. Secondo Fassino la situazione delle casse comunali non è così drammatica. Il debito della Città di Torino è determinato dagli investimenti, e non dalla spesa corrente – debito a cui si potrebbe facilmente ovviare tramite un piano di rientro pluriennale, senza tagliare nuovi investimenti. Coppola ha replicato, riportando una dichiarazione dell’assessore Viano, le alienazioni apparentemente destinate a finanziare gli investimenti, si tradurrebbero nella pratica in un aumento non accettabile della spesa corrente. Alcuni esempi: la biblioteca progettata dall’architetto Bellini, per il cui progetto sono stati spesi 19 milioni di euro, a fronte della mancata realizzazione, e l’Arena Rock, ormai inutilizzata tranne che per (nobili) scopi umanitari. Un punto di attrito essenziale riguarda la possibilità di ricavare fondi dalle municipalizzate: secondo Fassino la vendita di alcune quote di minoranza rappresenta una possibile fonte di liquidità, mentre per Coppola la (pericolosa) vendita di tutte le quote arriverebbe al massimo a coprire 350 milioni di euro, inutili per il bilancio.
La sfida della ricerca e dell’innovazione
Ma la vera sfida parte dalla qualità della formazione nella scuola dell’obbligo per fare tornare Torino e il suo territorio realtà di eccellenza nella formazione scolastica come fu all’inizio dell’avventura unitaria dell’Italia unita. Per vincere questa partita è necessario attuare un grande e profondo progetto per la valorizzazione dell’istruzione e della formazione, attraverso il recupero di risorse finanziare e umane. “Alzare l’offerta dei servizi per l’infanzia sarà tra le priorità della mia amministrazione” ha ribadito Fassino, proseguendo “In futuro dovremo considerare la scuola dell’infanzia non più solo come un servizio a domanda individuale ma universale la scuola dell’infanzia deve essere data e garantita a tutti, come lo è la scuola dell’obbligo e per giungere a questo obiettivo un Comune può fare molto”. Coppola ha sottoscritto il concetto ma ha anche evidenziato come il problema delle risorse non sia secondario nel porre alle idee concrete possibilità di realizzazione, nell’ambito di un bilancio, quello comunale con la spia rossa accesa da molto tempo. La nuova scuola dovrà, inoltre, secondo i due candidati, considerare i nuovi italiani, la formazione dei giovani che oggi frequentano la scuola dell’obbligo e sono i figli degli immigrati che a Torino vivono e sono nati. Cercare un rapporto costante e fruttuoso tra la formazione primaria, il rapporto tra scuola e famiglie (c’è bisogno di una forte opera di alfabetizzazione degli adulti stranieri) e quella universitaria in rapporto al mondo del lavoro.
Conoscenza e produzione, saperi, tecnologia, innovazione le parole d’ordine di una sfida di una città che può vantare due grandi università (Politecnico e Università degli studi) e che, però, stenta a riconoscersi come luogo delle conoscenza al pari di altri grandi centri universitari italiani e stranieri. Resta il dubbio, concreto, che l’idea di dare grande spazio alla formazione alla Torino che studia, sia frenata da una scarsità di ricorse che non dipende solo dalle casse comunali ma da una politica nazionale e da un’azione di governo che valorizzi la formazione e la ricerca non solo come proposito ma in modo concreto.
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