Alessandria
Funghi velenosi e, a volte, mortali: l’Asl si prepara alle emergenze da intossicazione
Sono già comparsi nei boschi, nei prati e anche nei frutteti dell’astigiano. Sono i funghi primaverili, all’apparenza commestibili, ma in realtà tossici, quando non mortali. Una presenza che ha allertato i centri di controllo micologico delle Asl di Asti e Alessandria, che dall’anno scorso operano, secondo le disposizioni della Regione, in un’ottica sovrazonale.
Da lunedì 2 maggio fino a domenica 4 dicembre, assicureranno la pronta reperibilità negli ospedali, in caso di emergenza medica. Le indagini, da parte dei medici delle Asl interessate, riguarderanno lo studio degli avanzi di esemplari mangiati, cotti o crudi, attraverso l’analisi visiva, fatta anche al microscopio e con sostanze reagenti, nonché la consulenza gratuita ai raccoglitori privati.
Nel territorio dell’Asl astigiana i micologici opereranno negli ospedali “Cardinal Massaia” di Asti e “Santo Spirito-Valle Belbo” di Nizza Monferrato, a disposizione di quattro reparti: Pronto Soccorso, Rianimazione, Nefrologia e Neurologia con orario dalle 16.30 alle 7.30 dal lunedì al venerdì e nell’intero arco delle 24 ore festive.
I raccoglitori privati dovranno, invece, prenotare il controllo dei funghi telefonicamente al numero 0141.484920 (sede di Asti, corso Dante) e al 0141.782583 (sede di Nizza, piazza Cavour).
A turno, nell’ambito sovrazonale, i quattro micologici astigiani Marisa Panata, Roberta Rota, Rocco Coppola e Giuseppe Aliardi opereranno insieme ai loro tre colleghi alessandrini; cinque di loro sono specializzati in microscopia, vale a dire nello studio al microscopio delle spore.
Ma quali funghi tossici, in questo periodo, rischiano di essere scambiati per commestibili? “La specie più temibile – spiega Panata – è l’amanita verna, mortale al pari della più conosciuta amanita phalloides, presente nei boschi di querce e castagni. Può facilmente essere scambiata con il prataiolo. Più rara, nei nostri luoghi, è la gyromitra, esemplare tossico che rischia di essere confuso con la spugnola o morchella. In altre aree ha già causato intossicazioni mortali”.
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