Piemonte
“Avremo un avvenire se ci sarà coesione” Napolitano incontra i giovani al Sermig
Un piccolo mare di giovani. E’ questa la prima immagine che il Presidente Napolitano si trova davanti entrando all’auditorium dell’Arsenale della Pace di Torino. Tanti ragazzi seduti per terra: attenti, composti e festosi, ma soprattutto protagonisti. A guidarli c’è un giovane di settant’anni, Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, che consegna al Presidente il premio Artigiano della pace. L’incontro ha un sapore inconfondibile, difficile da trovare nei tanti altri appuntamenti istituzionali. E’ un momento di sobrietà e concretezza, come stile Sermig comanda: niente posti in prima fila riservati, niente privilegi e gerarchie. Perfino i sindaci e le autorità, pur presenti in massa, devono farsi un po’ da parte per lasciare campo libero ai ragazzi.
Un po’ provato dal tour de force subalpino, Napolitano esordisce con una battuta: “Ringrazio Ernesto Olivero, anche perché mi dà la possibilità di riposarmi un momento. Sono due giorni che corro”. Ma subito si fa serio: “Condivido pienamente i pensieri del Sermig. Qui ho ascoltato tante storie di salvezza, di vite recuperate. Questa è un’immagine viva del mondo: non solo di come lo vorremmo, ma anche di come già è”. Dalle parole del Presidente, ben al di là delle convenzioni, traspare un apprezzamento sincero per l’enorme lavoro che l’Arsenale svolge, specialmente nelle realtà più disagiate. Sono impressionanti i numeri che raccontano oltre 25 anni di solidarietà: 18 milioni di pasti preparati per i poveri, 9 milioni di notti di assistenza, 2.800 progetti di sviluppo in tutto il mondo: realtà tangibili che sono, secondo il Presidente, “energia per il nostro Paese”. In queste ore di forte tensione, con la guerra libica alle porte, il riferimento al tema della pace assume un significato particolare: “E’ un obiettivo difficile. Oggi più che mai servire la pace significa andare incontro alle popolazioni perseguitate”. Nel giro di poche frasi, come a sottolineare che i due livelli non si possono separare, Napolitano passa dal quadro internazionale alla situazione interna: “Bisogna sempre mettere in primo piano quello che unisce e non quello che divide – dice, interrotto di continuo dagli applausi – E i motivi che ci uniscono sono infinitamente più importanti di quelli che ci dividono. Avremo un avvenire – aggiunge, percorrendo con lo sguardo tutta la platea di giovani – solo se ci sarà coesione nazionale”.
Quella cui il Presidente costantemente si richiama è un’unità sospirata, mai ovvia, difficile da costruire in un Paese continuamente attraversato da fazioni e particolarismi. Il suo sforzo per la coesione è tra le ragioni che spiegano il premio Artigiano della pace, un’invenzione del Sermig, una sorta di piccolo Nobel per “un uomo di pace e al di sopra delle parti”, così recita il testo della motivazione. E’ un riconoscimento che nel corso degli anni è stato assegnato ai personaggi più svariati, da Sergio Chiamparino a Sandro Pertini a papa Wojtyla. “Le vogliamo bene, Presidente – dice Olivero, parlando a nome della comunità – Lei, in questo momento, rappresenta il punto più alto della nostra Nazione. Qui al Sermig ci sono Italiani di tante regioni e persone che arrivano da molto lontano. E tutti parliamo la lingua del rispetto e dell’amore. Vorremmo che fosse così in ogni parte di Italia e del mondo. Vorremmo che l’altro, chiunque sia, non venisse guardato come il nemico, il problema”. E visto che al Sermig i fatti contano ben più delle parole, il discorso di Olivero è rafforzato dalla testimonianze di alcuni giovani, portatori di quelle “storie di salvezza” menzionate dal Presidente. Tra loro c’è Serge, un ragazzo di 17 anni, originario della Costa d’Avorio, che dopo un’infanzia di guerra e atrocità sta faticosamente lottando per trovare la sua strada e sogna di diventare un medico senza frontiere. E poi, risultato di tante storie particolari, la Carta dei Giovani, un documento con cui i ragazzi dell’Arsenale si impegnano “per un mondo che valorizzi ogni persona, perché il lavoro sia un bene condiviso, per il rispetto delle risorse e della Terra…”
Con un rintocco inaugurale alla “campana del perdono”, simbolo della riconciliazione donato al Sermig dalla diocesi dell’Aquila, Napolitano conclude il suo intervento tra applausi e ovazioni. L’incontro rinsalda e alimenta un cammino di amicizia iniziato nel settembre 2008, quando una delegazione del Sermig era stata ricevuta al Quirinale. “La solidarietà è uno dei pilastri fondativi della nostra Costituzione – aveva detto il Presidente in quell’occasione – ecco perché la vostra opera è Costituzione vivente”.
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