Cronaca
Energia. Il Nobel Rubbia già nel 2008 a Torino: solare e torio le soluzioni per il futuro. Il testo
Carlo Rubbia, fisico goriziano e Premio Nobel per la fisica nel 1984 (da qualche anno senza incarichi in Italia, ma con molti incarichi all’estero…), intervenne alla manifestazione ‘Uniamo le energie’ organizzata a Torino nel 2008 dalla Regione Piemonte. Questa la sintesi del suo intervento, in cui erano molto chiare le alternative alla produzione odierna di energia, così come chiara era ed è la necessità di investire in ricerca“Partiamo da un dato che dà la misura della straordinaria esplosione demografica della popolazione mondiale: sul nostro pianeta nascono ogni secondo 3 persone, 10.000 persone all’ora, ogni due settimane si affaccia al mondo l’equivalente della popolazione di un nuovo Piemonte. A fronte di questi fenomeni, si pone inevitabilmente il problema di produrre energia in quantità adeguate alle esigenze di una tale popolazione. L’energia tradizionale, tipica della civiltà industriale, è l’energia fossile, in primo luogo il carbone, il petrolio e il gas naturale: utilizzare le fonti fossili per produrre energia significa pagare un prezzo 100 volte superiore allo sforzo compiuto per produrla.
Oggi abbiamo altre fonti energetiche alternative: innanzitutto il sole, una fonte straordinaria. Una superficie ben soleggiata di 200 km quadrati potrebbe produrre da sola l’energia solare equivalente a quella prodotta da tutte le fonti fossili presenti sul pianeta. Purtroppo, malgrado il sole sia una risorsa semplice, antica e gratuita, occorre ancora investire in ricerca per svilupparne l’utilizzo. La seconda forma possibile di energia è il nucleare, inteso con modalità innovative e diverse da quelle odierne, ovvero basato sulla fusione o su un nuovo modello di fissione, che utilizzi per esempio il torio, un materiale a basso costo e disponibile in grande abbondanza, che presenta tutta una serie di vantaggi rispetto all’uranio.
Si può infatti produrre 1 GigaWatt di potenza elettrica con 1 tonnellata di torio, laddove sarebbero necessarie 200 tonnellate di uranio metallico; il torio, inoltre, non è utilizzabile a scopi militari e le scorie, che sono oggi un problema molto serio, sono smaltibili in 200 o 300 anni rispetto alle decine di migliaia di anni necessari per l’uranio. Data la disponibilità di risorse e di soluzioni possibili, credo che l’intelligenza dell’uomo, così come ha risolto problemi importanti del pianeta, possa efficacemente risolvere anche il problema energetico”.
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