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Cronaca

Il sindacato dei giornalisti a Cota: “Sulla sanità a rischio la trasparenza”

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il sindacato dei giornalisti piemontesi ha scritto al presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, e all’assessore alla sanità, Caterina Ferrero, per segnalare – all’interno dei numerosi tagli programmati – un problema ulteriore, oltre a quello della possibile carenza dei servizi ai cittadini: quello della mancanza di trasparenza e informazione in un settore delicatissimo, vitale della nostra società.
‘Curiosamente’, proprio ieri il presidente Cota ha annunciato/minacciato querele a chiunque scriva in maniera critica sulle criticità e le problematiche sanitarie…

Ecco il testo della lettera:
Signor Presidente,
Gentile assessore,
il riassetto finanziario e logistico avviato dalla Regione Piemonte si è tradotto in pesanti tagli agli uffici stampa delle aziende sanitarie. Uffici dove trovano occupazione (spesso in partita Iva e con contratti a termine) diversi colleghi giornalisti sono oggi messi in discussione quando non sono già stati direttamente cancellati.
Questo comporta un doppio problema.
– Per il lavoro: i colleghi che vedono terminare, o ridurre drasticamente, la collaborazione e che si trovano senza occupazione.
– Per la trasparenza e l’attendibilità dell’informazione: considerata la delicatezza del settore, le aziende sanitarie non possono limitare o addirittura azzerare l’informazione verso l’esterno. Si tratta di un problema del quale i cronisti si sono lamentati e che potrebbe avere ripercussioni negative per la qualità del servizio che i giornali e gli altri media rendono ai cittadini.
L’Associazione Stampa Subalpina vi chiede, dunque, un incontro per esaminare questi problemi.
Alleghiamo a questa richiesta le firme di numerosi colleghi che si occupano di sanità per i maggiori mezzi di comunicazione del Piemonte e che condividono la nostra preoccupazione.
Certi di un sollecito riscontro, vi salutiamo cordialmente.
Alessandra Comazzi
Segretario dell’Associazione Stampa Subalpina
(seguono le firme di numerosi colleghi a supporto della richiesta)

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