Ambiente
Salvare il fotovoltaico, appello al Presidente della Repubblica
La bozza proposta da Romani peserà come un macigno sul settore fotovoltaico: un’industria che dà oggi lavoro a 15mila persone e fornisce energia a 160mila famiglie. E che in futuro, secondo le stime delle associazioni di settore, potrebbe produrre 200mila posti di lavoro e un volume d’affari di oltre 50 miliardi di euro entro il 2020, se gli fosse concesso di svilupparsi adeguatamente. La mannaia sugli incentivi sta per calare. Il governo con il decreto sulle Energie Rinnovabili taglia gli incentivi al fotovoltaico e fissa un tetto ridicolo alla potenza installabile.
In ballo il futuro ambientale italiano, 200mila posti di lavoro e un giro d’affari da decine di miliardi di euro. Il calcolo dell’esecutivo – abbasso il solare in favore del nucleare – traspare nitidamente dalla linea del ministro Romani, che non perde occasione per lamentare l’onerosità di eolico e fotovoltaico: e nel frattempo annuncia di aver scelto la sede della nascente Agenzia per il Nucleare, presieduta da Veronesi. E dietro questa posizione politica si celano la lobby del ritorno al nucleare, che però, a conti fatti, in considerazione dei tempi “all’italiana”, sembrano dover fare i conti con delle tabelle di marcia troppo di lungo periodo, per riuscire a vedere costruita e funzionante una nuova centrale sul suolo nazionale. .
Le Direttive europee sono liberamente interpretabili, a quanto pare. Quel che dovrebbe essere la regolarizzazione e pianificazione dello sviluppo delle energie rinnovabili, la Direttiva 29/2008, diventa nel testo attuativo del governo un grave freno al futuro della green economy. Le disposizioni più rilevanti sono due. Entro il 2020, stabilisce il testo, dovranno essere installati in Italia 8.000 MegaWatt di pannelli solari: non uno di più ne verrà autorizzato. E’ un obiettivo certamente modesto, considerando che la Germania ha posto il target a 52mila MegaWatt, di cui 18 già installati.
Ma al governo italiano il “tetto” di 8GW sembra bastare. E sarà raggiunto anche in fretta, sulla base delle stime del Ministero dello Sviluppo economico e del Gestore dei sistemi elettrici (GSE). A loro parere, entro il 2011 raggiungeremo i 7.000 MegaWatt di energia prodotta dal sole. Peccato che a fine 201o i pannelli solari effettivamente in funzione non superassero i 3000 MegaWatt, e che le principali banche d’investimento stimino a 4800 MegaWatt complessivi il risultato conseguibile a metà 2011. Inoltre, il decreto blocca-solare taglia gli incentivi all’investimento del 30%, riducendo drasticamente l’appetibilità del settore per le aziende. Una riduzione è utile, almeno in teoria, se è vero che nel 2010 sono stati dati incentivi per 3,4 miliardi di euro al settore. Ma, secondo altri calcoli, la “zavorra fotovoltaica ” in bolletta non supera 1,70 euro al mese. Le associazioni di categoria e gli ambientalisti chiedono che il taglio sia ridotto al 15%, per non soffocare il settore. Ma potrebbe essere esattamente questa la tentazione del governo.
A questa prospettiva si oppongono centinaia di associaizioni, aziende e cittadini che sotto il cartello Sos Rinnovabili hanno deciso di dare battaglia sul tema, promuovendo un appello al presidente della Repubblica.
Per maggiori informazioni:
Incentivi fotovoltaico: ecco cosa cambia con il Decreto Romani sulle rinnovabili
http://www.gse.it/attivita/Incentivazioni%20Fonti%20Rinnovabili/Pagine/QuadroNormativo.aspx
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