Ambiente
Ad Asti un Acquario da 60mila euro
D’ora in avanti Asti, ogni sabato mattina, apre il proprio acquario cittadino delle specie ittiche del Piemonte. L’iniziativa, nata per volere dell’Ente Tutela Pesca Bacino Tanaro, rientra nel più ampio progetto “1 Acquario per la scuola”, grazie al quale, non solo alcune scuole della zona hanno ospitato a scopi didattici, negli ultimi anni, una decina di impianti con pesci d’acqua dolce, ma, in particolare il liceo scientifico astigiano F. Vercelli ha avuto a disposizione il laboratorio interattivo H2O, all’interno della scuola stessa. Opportunità in virtù della quale gli studenti hanno imparato, da vicino, l’uso responsabile dell’acqua, la sua distribuzione, tutto ciò a cui è collegata, alla vita, alla società, all’economia. Il laboratorio è ora pronto per essere accolto nel neonato acquario, nella sua nuova sede in piazza Campo del Palio, presso l’ex peso pubblico. Una struttura di trenta metri quadri, circa, a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Asti, rimessa a nuovo dal’Ente, in comodato d’uso dal Comune e che vuole diventare un punto di riferimento per la divulgazione e l’educazione ambientale.
“I lavori sono costati 60mila euro circa – spiega Alessandro Cortese, presidente dell’Ente Tutela Pesca – e sono terminati nel 2008. Oggi l’acquario conta sette vasche con una quindicina di diverse specie ittiche locali, una piccola libreria e, naturalmente il laboratorio. Tutto è a disposizione di tutti, nel senso che i cittadini, i visitatori che si recano ad Asti, gli appassionati di pesca e, naturalmente le scuole possono recarsi qui a trascorrere un po’ di tempo ad osservare, studiare, ricercare secondo metodo scientifico, non solo i pesci, ma i torrenti, l’ambiente che ci circonda, le norme che regolano il settore ittico. Quello che preme, infatti, è l’informazione e la riqualificazione di questo settore. Le pubbliche istituzioni, Provincia e Comune di Asti, devono sensibilizzarsi al problema e sostenerci. Ciò che manca – è vero – sono i fondi, ma anche i collaboratori qualificati. Oggi l’acquario è aperto solo un giorno a settimana con ingresso gratuito e un volontario che fa da guida”.
Non sono in molti a sapere che diverse specie di pesci, un tempo presenti nei corsi d’acqua dell’astigiano, e del Piemonte, sono praticamente scomparse o quasi.
“Il luccio – racconta Sergio Malaga, segretario dell’Ente – a causa dell’inquinamento e delle massicce immissioni di pesci non autoctoni, per ripopolamento consumistico, mal programmato, è diventato difficile da reperire. Per non parlare del danno provocato dall’introduzione, nelle nostre acque, del siluro, un pesce proveniente dai paesi dell’Est, che può arrivare fino a due metri di lunghezza, vorace e predatore. Famelico di anguille, anche queste sempre più assenti”.
Nell’acquario si possono già osservare, tra le varie specie, lucci, trote, tinche, temoli, alborelle e vaironi.
Un’attenzione particolare è riservata alla tutela dell’ambiente, vista in ottica di attrattiva turistica e alla necessità di recuperare lo stato di salute dei corsi d’acqua nostrani. Secondo Cortese, infatti, i torrenti dell’astigiano risultano inquinati, in particolare l’ultimo tratto del fiume Belbo e il Borbore che riceve scarichi urbani, mentre in buone condizioni è il Triversa, fino a Villafranca, che beneficia di acqua sorgiva ed è distante da insediamenti industriali.
Nella foto: da sinistra, Sergio Malaga, Renato Fasano e Alessandro Cortese, rispettivamente segretario, vice presidente e presidente dell’Ente Pesca
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