Cittadini
Cgil: i tagli di Cota raddoppiano l’attesa delle persone anziane
Durissima denuncia della Cgil sulla situazione socioassistenziale in Piemonte dopo gli interventi della Giunta regionale.
“La Giunta Regionale si predispone a fare un ulteriore taglio sull’assistenza alle persone anziane malate e non autosufficienti, dopo avere già tagliato le risorse destinate alla sanità territoriale ed in particolare ai progetti domiciliari di cura integrati con il sociale.In delibera si riducono i posti letto in lungo-degenza e riabilitazione, utilizzabili per la fase successiva al ricovero in ospedale.
I giorni di degenza a totale carico della sanità vengono dimezzati: dagli attuali 60/120 giorni, si passa a 30, prolungabili di altri 30 sulla base di valutazioni specifiche.
In questa situazione, cosa succederà alle persone anziane che, a seguito di evento acuto, non ritrovano nei 30 giorni la completa o parziale autonomia? Che ne sarà delle persone anziane, sole, con pochi mezzi economici? La delibera non dà risposte e la situazione non può che precipitare.
I tagli attuati dalla Giunta Cota hanno già raddoppiato la lista di attesa: sono 15.000 in provincia di Torino le persone che chiedono la dovuta assistenza.
Se ci sono dei problemi di risorse e di migliore utilizzo delle strutture sanitarie e socio sanitarie si può intervenire senza limitare il diritto alla cura.
Nel guardare al problema della cura delle persone anziane non autosufficienti bisogna farlo con uno sguardo complessivo, sapendo che stiamo parlando di Livelli Essenziali obbligatori stabiliti dal DPCM Sirchia del 2001 che prevede 3 livelli.
Residenzialità. Occorre che la Regione finanzi realmente il 2% di posti letto (sulla popolazione anziana >65 anni) convenzionati con quota sanitaria nelle strutture residenziali socio-assistenziali invece di tagliarli.
Semiresidenzialità. Un centro diurno per ogni distretto socio-sanitario
Domiciliarità . Bisogna finanziare i progetti per le cure domiciliari.
In mancanza di risorse urge trasformare circa la metà dei posti letto nelle case di cura (2.000) in posti letto per lungo/assistenza e trasferire il risparmio nei progetti domiciliari, trasformando la spesa sanitaria”.
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