Il procedimento è stato proposto dal reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Sant’Anna di Torino per violazione della “tutela della riservatezza”.
Un difetto genetico, una condizione per la vita che ha spaventato i genitori di Giovannino, pur avendolo desiderato molto e ottenuto con una difficile fecondazione eterologa.