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Alessandria

PFAS ad Alessandria: il 64% dei cittadini ha la tipologia ADV nel sangue e 4 su 10 hanno un totale di PFAS superiore ai 20 µg/L

Altri risultati del biomonitoraggio di Greenpeace, Comitato Stop Solvay e Ánemos dopo i dati diffusi a fine giugno

Sandro Marotta

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ALESSANDRIA – Nell’alessandrino 4 persone su 10 hanno una sommatoria di PFAS superiore o uguale ai 20 µg/L, ovvero il valore a partire da cui aumenta il rischio di patologie tiroidee e tumori. A dirlo è Greenpeace sulla base dei risultati delle analisi sui campioni ematici, raccolti nell’ambito di un biomonitoraggio indipendente nei mesi scorsi.

I risultati dei mesi scorsi

Già in primavera era partita la campagna di biomonitoraggio coordinata da Ánemos, Greenpeace Italia e Comitato Stop Solvay. 36 cittadini si erano sottoposti alle analisi del sangue presso l’Università di Aquisgrana per verificare le concentrazioni dei cosiddetti “inquinanti eterni”. Era emerso che tutti i soggetti avevano in corpo una quantità di PFAS sopra i 2 µg/L, cioè il primo limite fissato dalla National Academy of Sciences; inoltre il sangue di 5 soggetti dei 36 risultava con una concentrazione superiore ai 20 µg/L, ovvero la soglia di allarme più pericolosa per il rischio di sviluppare patologie.

Le novità: la concentrazione di ADV nel sangue

Adesso gli esiti del supplemento di analisi relativi alla quantificazione di varie miscele ADV, ovvero un PFAS di “nuova generazione”, sottolineano che il 64% delle persone presentano una somma di ADV che da sola supera i 2 µg/L, senza contare gli altri PFAS già presenti nel loro sangue. “Sommando le concentrazioni delle miscele ADV agli altri PFAS, – spiega Greenpeace – 4 persone su 10 hanno una sommatoria di PFAS superiore o uguale ai 20 µg/L. Finora non era possibile quantificare questa sostanza presso laboratori privati, a causa della mancanza dello standard di riferimento analitico”.

Il Comitato Stop Solvay e Greenpeace Italia  tornano quindi ad attaccare il polo chimico della ex Solvay e invitano la Regione Piemonte ad avviare il biomonitoraggio della popolazione: “le attività attuali dell’azienda, e le massicce immissioni di varie molecole PFAS, tra cui le ADV, nell’aria e nelle falde acquifere già comprovate dalle analisi degli enti pubblici, impattano sulla salute della cittadinanza e risultano la principale fonte di esposizione per le comunità locali”.

La Regione Piemonte ha scritto anche un protocollo di biomonitoraggio umano, che recepisce i limiti di PFAS nel sangue fissati dalla National Academy of Sciences (citati sopra):

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